Il giardino
giapponese
Di Nadia Andreini
Dalla semiotica alla performing art
I pesci presenti in copertina non sono modelli tridimensionali;
sono il frutto di un semplice scatto fotografico e di una efficace
impostazione grafica. Sono carpe, pesci che fanno imprescindibilmente
parte dei giardini orientali. Li possiamo trovare che si muovono,
numerosi e sereni, nei piccoli stagni costellati di pietre che
ne consentono l’attraversamento a zig-zag; perché
il giardino in Giappone è segno, anzi: racconto. Ben lo
sottolinea il narrAttore della nuova performance ideata da T.P.O.,
quando ci dice che Ciro,
l’affascinante protagonista, è stato il primo a raccontare
la storia del proprio fantastico viaggio… ma non lo ha fatto
con le parole.
ccc [children cheering carpet],
questo il titolo dello spettacolo dedicato ai piccoli ma capace
di affascinare i grandi, è una azione teatrale a metà tra un atelier multimediale e
uno spettacolo, è un allestimento che è non solo
teatro, ma viaggio, itinerario all'interno di ambienti virtuali
ispirati ai paesaggi del giardino giapponese.
Un tappeto sensibile, calpestabile, interattivo, offre lo spazio
delimitato della proiezione digitale all’interno della quale
il pubblico è chiamato a dar vita in piena libertà
al giardino-racconto, scegliendo il proprio percorso e lasciandosi
incantare da pietre, ninfee, giochi d’acqua, bonsai…
in gioco dinamico e sonoro che è pura “poesia visiva”.
Frutto della regia di Davide
Venturini e Francesco
Gandi, con il progetto grafico
di Elsa Mersi
e Davide Venturini,
il sound design di Spartaco Cortesi,
ed il tappeto interattivo progettato da
Martin Von Gunten, il “laboratorio
teatrale sul giardino giapponese” – la cui anteprima
internazionale ho potuto vedere a metà Febbraio al
Teatro Fabbrichino di Prato –
è attualmente in tournée in numerose piazze d’Europa.
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Il calendario e le informazioni sono disponibili nel sito del T.P.O., all’indirizzo: www.tpo.it/htm/ccc.htm.
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