Certe notti

Ricordi? Ne avevi scritto non molto tempo fa, Fabri, del Gange, di quel fiume dove “sul far della sera, avverti qualcosa che ricongiunge con un immanente di cui razionalmente non ti puoi dar conto”.
Davvero dovevi amarlo molto, Fabri, quel fiume se un bel giorno, forse in preda a un impeto di nostalgia, hai pensato di ritornarci anche se in modo diverso.
Così, all’improvviso, hai deciso di partire, in una bella giornata di novembre, senza portare valigia, passaporto nè macchina fotografica. Questa volta non perché tu te le si sia scordati, ma semplicemente perché non ti serviranno. Non servono valigia, passaporto nè macchina fotografica per immergersi nel punto che simboleggi la confluenza dei tre fiumi sacri.
E neppure dovrai temere che l’acqua del fiume possa avvelenarti perchè, questa volta, non ne berrai di acqua, ma lei, l’acqua, ti trasporterà dolcemente facendoti provare, per l’ultima volta, quella sensazione di sintonia e congiunzione con il mondo che solo il Gange, sul far della sera, ti può donare.

Testo di Maurizio Codoni e fotografia di Valter Casali

( India 2007, navigazione sul Gange )

Roba da matti

gubbio_robadamattiA Gubbio, compiendo tre giri della fontana posta davanti a Palazzo del Bargello in senso orario e lasciandosi spruzzare con l'acqua della fontana, è possibile conseguire la "Patente da matto", che rappresenta una forma di cittadinanza onoraria della città.
L'usanza probabilmente fonda le sue radici in una storia che si tramanda dal tempo in cui Gubbio era un dominio dello Stato Pontificio, quando in città esistevano 19 ospedali ma nessun manicomio.
Una delegazione arrivata dal Papa chiedendone l'edificazione di almeno uno, si sentì rispondere dal Pontefice, che aveva da poco assistito alla tumultuosa e confusionaria "Corsa dei Ceri", che sarebbe bastato chiudere le porte della città ed il manicomio era bell'e fatto.

Motivazioni eugubine

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CONCORSO A COME ACQUA

Primo classificato: FABRIZIO PECORI

Foto vincitrice: CAROVANA DEL SALE QUANDO IL LAGO SALATO SI ALZA GRAZIE ALL'EFFETTO DELLA LUNA

 

Le immagini di Fabrizio Pecori a prima vista colpiscono per la scelta compositiva attenta e calibrata, e per una scelta dei colori e dei contrasti di forte impatto. In un secondo momento, vedendo le foto una accanto all'altra, ci si accorge di come il tema dell'acqua sia stato affrontato nella sua interezza, toccando aspetti diversi e complementari. Nei suoi scatti l'acqua diventa elemento naturale che stupisce nelle sue varie trasformazioni, elemento sacrale e purificatore che ricorre come un mantra in tutta la storia dell'uomo, specchio infinito e stupefacente che porta il cielo sulla Terra.

 

La foto vincitrice è quasi un ossimoro. Dove ci aspetteremo di vedere il deserto, ecco che troviamo la sua antitesi, l'acqua. Acqua che diventa quasi miraggio, il miraggio della carovana, e che regala a questa immagine delicatamente composta il sapore del sogno.

 

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Questa è la foto con la quale ho vinto il Primo Premio del Concorso Fotografico “Acqua dalla terra e dal cielo” indetto dall’Associazione Un’altra Gubbio e patrocinato dall’UNESCO.

Martedì alle 18,00 vado a ritirare il Premio durante l’Inaugurazione della Mostra Liquidi Cristalli presso il Museo Del Bargello, Largo del Bargello, 06024
Gubbio (Pg).

http://www.unaltragubbio.it/index.php/concorso.html

Non fate imbufalire le leonesse (Il boccone più prelibato)

In molte regioni della nostra bella Italia si ha una spiccata predilezione per le frattaglie, si pensi alla trippa ed al lampredotto di Firenze, al panino con la milza di Palermo, alla finanziera di Torino o alla pagliata di Roma
Osservando le leonesse tuffarsi avidamente tra le interiora, viene da pensare il gusto che porta a prediligere certe pietanze derivi da un'eredità animale che ben poco ha a che vedere con i miti che sostengono nelle varie culture antiche l'usanza di mangiare il cuore o il fegato degli eroi deceduti.

botswana_leonessebufalo8Google Placemark (E' necessario avere installato Google Earth).

Non fate imbufalire le leonesse (La scena si tinge di rosso)

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E' ormai sopraggiunto il tramonto quando le leonesse si decidono ad accompagnare il rosso del cielo con il sacrificio del sangue versato. La presa efficace e devastante strappa la pelle coriacea della vittima, creando di fatto il primo varco per il lungamente atteso banchetto.
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Non fate imbufalire le leonesse (Il rito infinito delle leccate)

La presenza dei piccoli ed i loro giochi a valore educativo-nutrizionale fanno un po' placare la mia impazienza, ma il pomeriggio volge quasi al termine ed io vorrei proprio finalmente scattare la foto del primo selvaggio morso.
Invece, le leonesse rientrano in scena e coinvolgono i piccoli in una litania di leccate sempre più intensa, precisa ed attenta.

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Mentre tutti continuiamo diligentemente ad aspettare chiedendoci il senso di tutta quella operazione, che mal si concilia con le nostre aspettative africane, Andy – la nostra guida – ci offre una soluzione plausibile: tutte quelle leccate servono ad ammorbidire la pelle affinché i morsi che verranno dopo possano affondare meglio e ricevere meno resistenza all'atto dello strappo.

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