Un
luogo privilegiato per l'interazione tra Media e Performing
Arts
La seconda edizione di A_D_E_ (Art_Digital_Era)
all'interno del Festival Internazionale
Inteatro di Polverigi (6-20 luglio
2002) rilancia l'attenzione su ciò che concerne il futuro
della ricerca artistica e spettacolare nell'era delle comunicazioni
interattive, ponendosi come luogo privilegiato per chi è
interessato al rapporto tra media e performing arts.
Se la prima edizione aveva sviluppato una ricognizione delle
esperienze in campo, in un seminario con eventi ed installazioni
multimediali di una densità notevole ma condotto con
un ritmo da talk-show da Carlo Massarini
e Carlo Infante,
questa nuova edizione definisce delle particolari linee di sviluppo.
Una è quella che riguarda la progettualità in
ambiente digitale, per sottolineare la necessità della
creazione di un ambito di sperimentazione creativa in cui convergano
diversi specifici linguaggi e diverse competenze, per incentivare
una produzione di eventi multimediali che le categorie dello
spettacolo pre-esistenti non sanno individuare e di conseguenza
produrre.
In questo senso è stato promosso un concorso per web
experiences: progetti da sviluppare su internet con quelle procedure
ipertestuali che permettono la dinamicità delle idee
e la loro prefigurazione, capaci cioè di ricreare le
sinestesie di un evento teatrale o multimediale, delineando
le tracce di un'evoluzione performativa che possa coniugare
la dimensione naturale del corpo e delle tradizioni sceniche
con quella artificiale dei nuovi media.
L'interfaccia come soglia
Connessa a questa linea c'è la concezione di un seminario
sul web design che vada oltre quelle pratiche di composizione
che, condizionate dalla cosiddetta web usability (vista, per
alcuni suoi aspetti, come riduzionismo dell'originalità
delle forme per privilegiarne la funzionalità), tendono
a diventare omologanti, patinate e soggette a restyling seriali,
prevedibili secondo le "mode" grafiche più
annunciate.
Il seminario dal titolo "l'interfaccia come soglia"
intende affrontare il rapporto che intercorre tra l'architettura
del web, di cui l'interfaccia grafica è l'ingresso per
un percorso sia percettivo che cognitivo, e la qualità
specifica delle informazioni (organizzate sui diversi piani
dell'azione logica o sensoriale) sia attraverso metafore visive
sia con soluzioni d'impatto grafico e ipermediale.
Ciò significa misurarsi con l'idea di "performatività
dei media", individuando il web sia come luogo di scrittura
dinamica progettuale (come uno storyboard ipertestuale) che
come soglia da attraversare nei due sensi: dentro lo schermo
attraverso la navigazione immersiva e fuori lo schermo attraverso
l'azione o la narrazione di un performer che interagisce con
una videoproiezione, ad esempio.
Il format post-televisivo
Altra linea di ricerca del progetto A_D_E,
curato da Velia Papa
(direttore artistico di Inteatro
Art Factory) e Carlo
Infante (consulente e promotore,
tra l'altro, di teatron.org)
è quella che tende a interrogarsi su ciò che
viene definito il "format post-televisivo", ovvero
quegli eventi e trasmissioni che dal broadcast radio-televisivo
tendono ad articolarsi sui diversi piani di sviluppo multimediale
e performativo.
Tutto quello che rappresenta la convergenza dei media, sulla
base di opportunità digitali che solo ora iniziano
a delinearsi come standard di trasmissione (grazie alla diffusione
della banda larga di connessione a internet e alla sua estensione
prossima alla telefonia mobile con l'UMTS) è necessario
che venga tradotto in forme di spettacolo e di narrazione
innovative, capaci di utilizzare le diverse forme d'interattività
con gli spettatori e le molteplici soluzioni tecnologiche.
Questa è un'indicazione buona non solo per chi trasmette,
evolvendo le sue politiche di mercato, ma per chi riceve,
qualificando un segmento di consumo culturale da sempre costretto
alla banalità dell'audience di massa, proiettata al
ribasso del gusto.
Dall'uso diffuso degli SMS che grazie ad un'amplissima base
d'utenza (siamo quasi a quota 50 milioni di cellulari in circolazione
in Italia, un numero enorme) e ad una facilità d'uso
di questo sistema di telecomunicazione (in cui s'ibrida scrittura
e oralità) che non si limita più all'automatismo
adolescenziale sulla tastierina ma a vere e proprie nuove
modalità d'interazione, fino alla possibilità
d'uso dei segnali via satellite con costi e duttilità
inimmaginabili fino a pochi anni fa.
L'ampiezza di banda e d'offerta tecnologica può (e
deve) diventare ampiezza dell'intelligenza e della sensibilità
applicata all'universo dei media.
No, non è una petizione di principio, o perlomeno non
è solo atto di veemenza etica e culturale ma l'attivazione
di un processo di ragionevolezza in cui l'evoluzione tecnologica
del sistema della comunicazione può coniugarsi con
l'evoluzione psicologica dei suoi attori, imprenditori e spettatori.
Ciò che definiamo universo mediatico non rappresenta
più l'aspetto sovrastrutturale e d'intrattenimento
di un sistema altresì votato ad altre priorità
(come accadeva nella società industriale del secolo
scorso), bensì la struttura portante del sistema economico
stesso.
Nel momento in cui si crede che questa sia una società
dell'informazione, come viene ormai definita, la televisione
e l'intera gamma dei nuovi media ne diventano l'infrastruttura
principale. Una società in cui sia la ricchezza che
lo scambio sociale (e culturale) si basano sulla transazione
delle informazioni, non solo sul loro consumo.
La società dell'informazione e i prosumer
Eccolo il punto: come emancipare il popolo dei consumatori
verso una condizione più consapevole d'utenti se non
addirittura "prosumer" (i produttori-consumatori
d'informazione)?
E' in questo quadro che la ricerca sui format post-televisivi
trova un particolare interesse.
Non basta più l'offerta televisiva consolidata, ancorata
com'è su quote di mercato pubblicitario vincolate ad
alcuni format stereotipi (ed efficaci proprio per questo)
che non vanno oltre il proprio target di riferimento (in prevalenza
pensionati, la categoria forte del pubblico televisivo).
Emerge la necessità d'attuare forme di spettacolo che
amplifichino e rendano comprensibili le nuove potenzialità
comunicative offerte dal digitale, perché proprio attraverso
la loro espansione si potranno conquistare nuove quote di
mercato.
|
I format che si
profilano nello scenario futuro avranno caratteristiche "cross-media"
, basate cioè sulla convergenza digitale di più
media, più o meno interattivi, raggiungendo l'utente
attraverso molteplici canali: TV generalista e tematica (satellite
e pay-tv), internet, telefonia e cellulari di nuova generazione.
Con una comunicazione che acquisterà senso solo attraverso
la sua biunivocità, nello scambio interattivo, concepita
per raccogliere feedback da parte degli utenti.
In questo senso il riferimento agli SMS rende esplicito, credo,
il ragionamento, perlomeno per quanto riguarda una delle potenzialità
più evidenti dell'interattività smart, una potenzialità
ancora molto da interpretare.
La performatività dei media
Ecco, da qui parte la riflessione sulle nuove forme del format
possibile, toccando sia l'aspetto che concerne l'innovazione
di programmi radio-televisivi, che l'intermedialità
(o cross-medialità, scegliete il termine che preferite)
in cui la convergenza digitale apre nuovi contesti produttivi,
sia la cosiddetta "performatività dei media"
che può essere letta, come condizione spettacolare
e multimediale, in almeno due sensi: l'esaltazione di quella
sinestesia propria, intrinseca, espressa dalle nuove tecnologie
interattive e, per altro canto, l'interazione con eventi dal
vivo (teatrali o meno) che ne rilanciano le potenzialità
inventando nuove condizioni percettive e di consumo culturale.
Una ricerca che nelle giornate di A_D_E
non sarà solo teorica, dato che verranno presentati
dei numeri zero e dei piloti di trasmissioni televisive, e
non solo.
In un seminario di ricognizione intorno alle produzioni più
innovative e dei progetti ancora nel cassetto, con la partecipazione
di registi e autori teatrali e televisivi, disegnatori, web
designer, videomaker, giornalisti, esperti di marketing e
delle nuove tecnologie digitali.
Edutainment, per l'educazione ambientale
e la cooperazione on line
Ulteriore linea di sviluppo del progetto A_D_E
riguarda il rapporto che intercorre tra la dimensione creativa
e quella educativa in ambiente digitale, sottolineando l'importanza
dell'"edutainment" (educational + entertainment).
Con questo spirito si sono creati momenti di animazione teatrale
con i nuovi media, rivolti ai bambini della scuola di base,
su tematiche di educazione ambientale (il progetto "Scorze"
di Diana-Zamboni,
che verrà prossimamente edito in cd-rom) che avranno
uno sviluppo anche quest'anno.
In questa direzione va anche l'attenzione rivolta verso le
esperienze di cooperazione educativa on line, dove l'aspetto
ludico-partecipativo tracciato dai forum e da particolari
progetti di role-play, inizia a delineare una pista istituzionale
di carattere assolutamente innovativo dove il mondo della
scuola può diventare palestra per la cittadinanza digitale.
Una pista, questa della partecipazione attiva attraverso le
reti, che riprende il ragionamento sul "prosumer"
e su cui Inteatro,
con il progetto La Scatola Nera,
ha da anni intrapreso una progettualità attraverso
i diari di bordo on line del Festival e che quest'anno si
estenderà con una piattaforma che vedrà l'utilizzo
di forum e di chat che modulino le funzioni di feedback degli
spettatori che riflettono il loro sguardo dopo l''esperienza
teatrale".
Infine l'ambito spettacolare, visto che il progetto A_D_E
si svolge in un Festival
Internazionale di Teatro e Danza
che da venticinque anni fa di Polverigi un punto di riferimento
esclusivo.
Rispetto alla vastità di scelte di spettacoli multimediali
della scorsa edizione (vedi Computer & Internet N. 16)
quest'anno la sezione eventi verrà concentrata verso
la produzione e la presentazione delle web experiences del
concorso "dal naturale all'artificiale
e ritorno" e verso alcuni
spettacoli rivolti alla nuova generazione di spettatori, i
più piccoli.
Dal naturale all'artificiale e ritorno
Questa linea di sviluppo che riguarda le web experiences ha
infatti sia una sezione "edutainment" sia una "digital
artist" ed è basata su due forti intenzioni: fare
del web un luogo di progettualità e non solo di vetrina
informativa.
In tal senso lo stesso concorso ha visto inscritto nella sua
dinamica l'attivazione di un forum dove i vari progetti sono
stati presentati per diventare oggetto di confronto e di elaborazione
in progress, inaugurando il fenomeno di "concorso open-source",
inteso cioè come sistema aperto alle sollecitazioni
non previste, implementabile.
Un'indicazione utile perché il concetto di Web Experiences
è inedito ed il fatto stesso di mettere in relazione
il mondo di internet con quello della scena non è ovvio
per nulla.
Già a partire dal tema "Dal
Naturale all'Artificiale e ritorno"
si crea uno spiazzamento. Naturale cosa? Per questo sono state
individuate tre parole chiave: Cibo, Corpo, Paesaggio. Da
interpretare liberamente, come pretesti anche, starter di
idee che possano trovare forma nella rete Internet e che attraverso
animazioni o altre soluzioni ipermediali si pongono come artefatti
di nuova creatività. Si voleva cioè intendere
esperienze che, partendo da un'idea attinente le espressioni
della natura, si evolva nell'ambiente digitale della rete
per poi concepire una sua risoluzione nella dimensione materiale
e fisica di un evento.
Il progetto web deve quindi contemplare, oltre la sua realizzazione
on line, le linee di sviluppo per un suo utilizzo spettacolare,
teatrale, performativo o installatorio, così da rendere
possibile la creazione di un evento dal vivo in ambiente scenico.
Durante il Festival
solo alcune web-experiences troveranno una produzione, diverse
altre verranno comunque presentate in uno screening a cui
si darà molta importanza se non, in alcuni casi, dignità
performativa. Si crede infatti che proprio nel concetto di
reading spettacolarizzato, o digital story-telling per altri
versi, si possa individuare uno degli sviluppi più
interessanti di ciò che s'intende per interazione tra
Media e Performing Arts.
 |
Altre info sul
progetto A_D_E
su www.inteatro.it/ade
|