My MEDIA

Osservatorio di Cultura Digitale
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Mercantia ”Ipotesi Gaia”

Luglio 22, 2011 By: admin2 Category: Articoli

Di Melina Ruberti

Si è conclusa con grande successo la XXIV edizione di “Mercantia a Certaldo – Ipotesi Gaia”, Festival internazionale di teatro di strada.

Un’edizione che, ha presentato grandi eventi , le acrobazie sulle torri , street band e danza verticale, ballo nelle strade e meditazioni sonore, antiche cerimonie orientali, cabaret , spettacoli teatrali e circensi di strada, tanta poesia e mercato artistico… un evento che infine che ha saputo attrarre il grande pubblico.

Con una breve rassegna   fotografica, presentiamo alcuni dei suoi protagonisti: Duo Pink ha presentato una commedia di strada sulle ironiche vicende di un viaggio di nozze che si trasforma in uno scontro sui temi (caldi?) della vita di coppia e un finale su due ruote… a due metri da terra!

 

Il Risveglio Milon Mela– (India) fantasiose immagini suscitate dalle danze ci riportano alle origini della civiltà umana.

Gino del pino, da un pino uscirà il verme Gino che intratterà  i passanti. Se la situazione che verrà a crearsi non piacerà a Gino il vaso del pino si solleverà spostandosi a suo piacimento.

Alle radici di un grande successo

Giugno 11, 2011 By: admin2 Category: Articoli

Alle radici di un grande successo

Intervista con TPO

Le vostre nuove produzioni teatrali sono state recentemente annoverate tra le espressioni più efficaci degli “ambienti sensibili”, ambienti cioè a matrice digitale che rappresentano attraverso l’interazione con le nuove tecnologie un forte impatto ludico emotivo. Quali sono le difficoltà di realizzare queste forme immersive ad alta valenza pedagogica per i più giovani?
Gi ambienti interattivi del TPO sono innanzitutto delle scenografie teatrali, devono quindi essere interessanti esteticamente, accessibili ad un pubblico di bambini e adulti, essere in grado di comunicare senza creare barriere di lingua o cultura ed infine devono essere facili da montare e trasportare; la complessità del nostro lavoro sta quindi nel creare progetti interessanti tenendo conto di questi limiti. In ognuno dei nostri allestimenti dedichiamo molto tempo alla progettazione del lavoro grafico e sonoro perché la drammaturgia dei nostri spettacoli non si basa su testi ma su di uno storyboard visivo. E’ un lavoro, questo, simile alla sceneggiatura cinematografica: occorre definire con una certa chiarezza come si succedono gli eventi e poi creare scene interattive interessanti sotto il profilo teatrale e sotto il profilo pedagogico. Procediamo, quindi, partendo da un contenuto visivo che nel nostro caso è spesso composto da filmati o animazioni sia in 2D che in 3D; poi, all’interno delle singole scene, cerchiamo di dare un forma artistica o teatrale al rapporto tra immagini, suoni e movimento. Alla fine di questo processo creiamo delle coreografie interpretate da danzatori oppure degli ambienti sensibili nei quali i bambini possano giocare oppure creare delle proprie composizioni.
A partire dal 2002 TPO ha avviato una ricerca decisamente all’avanguardia per quanto concerne la possibilità di interagire con l’ambiente scenico attraverso proiezioni dall’alto su un tappeto dotato di sensori a pressione, poi la produzione si è ulteriormente emancipata costellando lo spazio scenico di sensori di ogni tipo, incluse le tecnologie di motion tracking, ampliando a dismisura le possibilità di interazione/esplorazione. Dal punto di vista delle possibilità di adattamento della regia e della drammaturgia alle nuove possibilità espressive che cosa è cambiato nella vostra progettazione?
Già l’utilizzo di un tappeto interattivo in grado di attivare suoni e immagini con la sola pressione del piede o del corpo, ha rappresentato un enorme cambiamento nella relazione con lo spazio scenico. Per la prima volta abbiamo potuto sperimentare la possibilità di suonare o creare immagini semplicemente con il movimento e questo ha un effetto teatrale magico. L’uso di altri sensori, videocamere, microfoni etc… ha ampliato ulteriormente queste possibilità perfezionando e raffinando la relazione tra il corpo e lo spazio. Le telecamere infatti possono monitorare non solo la superficie piatta ma anche il volume dello spazio scenico, quindi il movimento o la voce di uno più attori possono essere monitorati con una precisione maggiore. Una grande evoluzione tecnica è stata possibile grazie all’utilizzo del software MaxMsp con Jitter che consente un controllo simultaneo di più tipologie di sensori collegati a più videoproiettori o più sorgenti sonore. Con Max/Msp si possono anche generare immagini e suoni attribuendo dei parametri variabili al movimento dei performer o del pubblico e questo aspetto, considerando il progressivo aumento della potenza grafica dei computer, rende estremamente vario il campo delle possibilità creative,
Talvolta, faccio espresso riferimento ad uno spettacolo come Play Please!, si avverte come una sorta di emancipazione rispetto alla necessità di una narrazione come quella a forte impatto emotivo che ha caratterizzato ogni ciclo di ricerca nell’ambito del teatro per ragazzi delle vostre produzioni. Che riscontro ha avuto nel pubblico?
Play Please! è una produzione recente che ancora non ha circuitato abbastanza per poter dare un giudizio definitivo sull’esito del progetto. Certamente durante il mese di repliche fatte a Prato nel nostro spazio teatrale, il pubblico era realmente coinvolto ed entusiasta della proposta musicale ideata dalla compagnia. Il successo di Play Please! sta nella proposta pedagogica: tutti, ma proprio tutti possono suonare, anzi hanno il diritto di suonare. Rendere la musica, che di per sé è un linguaggio difficile, accessibile a tutti è stato un traguardo raggiunto grazie alle tecnologie digitali. In pratica il pubblico può produrre o modulare suoni grazie a fasci di luce che funzionano come zone sensibili. In questo progetto un grande lavoro è stato condotto da Spartaco Cortesi (sound designer) nella composizione di librerie sonore, da Elsa Mersi (digital designer) nell’aver creato un concept visivo astratto e da Rossano Monti (computer engineering) che ne ha curato la programmazione.
So che andrete avanti su questa strada proponendo una vera e propria installazione dentro quattro container a Manchester. Prevedete ulteriori sviluppi?
 L’installazione che stiamo preparando per Manchester sarà il vero test internazionale di Play Please!, c’è molta attesa per questo progetto che incuriosisce molto il pubblico inglese e c’è molta attesa anche da parte nostra visto che agiremo all’interno di uno spazio creato ad hoc per la compagnia. Un ulteriore sviluppo è già in programma e parte da una proposta nata in collaborazione con il coreografo inglese Tom Dale. Con Tom Dale ed altre due danzatrici il TPO creerà un nuovo spettacolo che ha già in programma un tour di un mese nel Regno Unito, a partire dal Juice Festival di Newcastle il prossimo ottobre (2011).
Grande protagonista delle vostre opere recenti è la danza, che se non erro è stata introdotta a partire dai primi esperimenti sui “tappeti magici” nel concept teatrale CCC [children’s cheering carpet], potete indicarmi le ragioni ed i vantaggi di questa scelta?
Inzialmente i primissimi esperimenti del “children’s cheering carpet” (2003) andarono in scena con attori che interagivano con il pubblico; successivamente cominciammo a sperimentare una relazione più dinamica con immagini e suoni modulati dal movimento di danzatori e i vantaggi e furono subito evidenti. Per una compagnia come la nostra, proveniente dal teatro visivo, il linguaggio della danza era il complemento ideale di una narrazione non verbale. Da allora in poi abbiamo sempre lavorato con danzatrici e coreografe perché le nostre scenografie visive prendono vita grazie alla poesia del corpo in movimento ed inoltre nel nostro caso la danza si integra perfettamente alla presenza in scena dei bambini che, abituati come sono a muoversi continuamente, sono dei danzatori naturali.
Oltre che per la fantasia ed il romanticismo innato della vostra produzione, TPO è certamente una compagnia all’avanguardia per l’utilizzo e la continua sperimentazione di tecnologie di interazione sempre più avanzate e sofisticate. Potreste fornire un panorama di massima:
Il TPO nel corso degli anni ha sviluppato modalità di lavoro organizzate in team: non c’è una gerarchia forte che va dal regista al performer passando per tecnici che si occupano della scenografia visiva. Il lavoro artistico comincia subito dalla parte grafica e dai contenuti tecnici dello spazio scenico. Facciamo quindi un grande lavoro di concept che si basa anche sulle caratteristiche tecniche dei nostri set interattivi. Nello specifico per le ultime produzioni usiamo, per monitorare lo spazio, sia telecamere normali che telecamere a raggi infrarossi; per la parte visiva possiamo usare un massimo di 4 videoproiettori associati insieme mentre per la parte hardware usiamo uno o due computer collegati in rete associando due o quatto monitor. Per la parte software usiamo Max/Msp con Jitter che a sua volta comanda parte dei suoni inviati dal computer destinato alla parte audio. Ultimamente abbiamo usato anche degli oggetti di scena consegnati al pubblico (dei cuori di lana) con dei ricevitori che ci permettono di inviare e ricevere dei comandi.
TPO, oltre ad essere una delle compagnie più accreditate a livello internazionale per il teatro per ragazzi (ne parleremo nel prossimo numero di My MEDIA), ha l’anima di un teatro stabile. Quali vantaggi o svantaggi derivano da questa scelta?
La nostra compagnia è cresciuta in simbiosi con il Teatro Mestasio prima ancora che diventasse Teatro Stabile della Toscana. Tutti i nostri lavori importanti sono nati come coproduzioni e questo spiega anche il perché abbiamo potuto ottenere contributi sufficienti per affrontare gli alti costi di produzione che un lavoro come il nostro richiede. Per noi il rapporto con il teatro stabile è un elemento vitale, ma è anche una responsabilità che ci assumiamo volentieri nel mantenere vivo e attivo un progetto più generale di teatro per l’infanzia, legato al territorio della provincia e della regione. Di recente il nostro rapporto con il Teatro Metastasio si è ulteriormente consolidato grazie alla direzione artistica di Paolo Magelli che ha scelto il TPO per curare la parte video della sua ultima produzione “Giochi di famiglia”.

Aladino

Aprile 06, 2011 By: admin2 Category: Comunicazioni

aladinoTPO

 

Metastasio Ragazzi 2010/2011

Teatro Magnolfi

Via Gobetti 79 – Prato

Ritorna a Prato, al Teatro Magnolfi, nella stagione Metastasio Ragazzi, lo spettacolo Aladino, la nuova produzione firmata dalla Compagnia TPO interpretata da Valentina Banci e Alice Massei su immagini dell’illustratore argentino Fabian Negrin.

 

Lo spettacolo “Aladino” trae la sua ispirazione da una delle fiabe più celebri de “Le mille e una notte” e contiene in sé molti degli archetipi dei grandi racconti di fantasia amati dai bambini più piccoli.

Il protagonista è un ragazzo che, complice la meraviglia e la magia, ci condurrà in un mondo immaginario ed esotico, dove sogni e desideri infantili combattono contro un mondo arcaico.

Nel corso della storia il personaggio della fiaba imparerà a crescere mettendo alla prova coraggio, intelligenza e sentimenti.

In questo viaggio fuori dal tempo si fronteggiano i toni accesi della lotta tra il bene e il male, il mondo adulto e il mondo infantile, i miraggi e le ambizioni.

E’ una giostra di avventure sostenuta da due attrici di grande talento (Valentina Banci e Alice Massei), capaci di portare per mano i bambini in uno spazio sontuoso e avvolgente, dove i personaggi si alternano in un racconto impreziosito da immagini orientaleggianti, realizzate appositamente da Fabian Negrin, autore e illustratore argentino assai noto nell’ambito dell’editoria per l’infanzia.

 

La produzione che il TPO ha dedicato a questa celebre fiaba fa parte di un progetto strutturato in due momenti distinti: nel 2010 si è assistito ad uno studio preliminare incentrato sul lavoro dell’attore e sull’adattamento del testo per il pubblico dell’infanzia.

La ripresa di marzo/aprile 2011 prevede invece una produzione completa di elementi scenografici e l’inserimento di sensori visivi e acustici per creare degli effetti di interattività con il gesto e la voce dell’attore.

Grandi teli da proiezione, composti da fili di tripoline, rendono lo scenario vivo e penetrabile: le attrici, sono libere di interpretare una storia interagendo con una vera e propria scenografia dinamica e immersiva e facendo così volare in alto la fantasia dei più piccoli.

Ne parleremo sul prossimo numero di My MEDIA, in uscita a Maggio.

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Io, cuore di pecora

Gennaio 25, 2011 By: admin2 Category: Articoli

fabrizio_cuoredipecora

Di Fabrizio Pecori

Appartenendo ad una antica famiglia di blasonati, sono ormai abituato a fare i conti con uno scarsamente allettante stemma araldico di famiglia (che presenta una pecora rampante nera in campo giallo).

Superato il trauma infantile ed adolescenziale, ho trovato oggi simpatico indossare un lanuginoso “cuore di pecora” che accendendosi e vibrando mi ha ripetutamente chiamato ad entrare in scena nel palcoscenico mediatico del Teatro Fabbrichino di Prato, dove la compagnia TPO ha proposto l’ultima replica dello spettacolo interattivo per i più piccoli: Kindur, vita avventurosa delle pecore in Islanda.

Kindur in islandese significa pecore ed esplorare e dar vita ad un percorso metaforico ed altamente interattivo nel corso del quale i giovanissimi spettatori, ma in questo caso anche gli adulti consenzienti, vengono chiamati ad interagire con il paesaggio ed i suoi abitanti, è lo scopo ultimo di questa ultimissima proposta del Teatro di Piazza e d’Occasione.

Se il tuo cuore si illumina e comincia a vibrare è venuto il tuo turno di unirti alla vasta famiglia di pecore che attraversa le misteriose e fredde lande dell’isola del nord.

Il verde dell’erba fresca ed appetitosa, il bianco dei ghiacciai, il rosso incandescente della lava, l’ocra vaporoso dei geyser, l’iride variopinta delle aurore boreali, le brughiere deserte e le cascate rappresentano innumerevoli occasioni di incontro con i fantastici abitanti dell’Islanda la cui esistenza si può intuire solo attraverso indizi e circostanze.

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Un viaggio avventuroso ed eroico che le tre protagoniste, affiancate di volta in volta da gruppi sempre diversi di consorelle dal cuore illuminato, affrontano con passo di danza. La magia e la fiaba vengono generate attraverso l’uso di sensori e tecnologie digitali.

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Kindur: 3 pecore a Teatro

Dicembre 16, 2010 By: admin2 Category: Comunicazioni

Metastasio Ragazzi 2010/2011

Teatro Fabbrichino

Via Targetti 10/8 – Prato

sabato 11 e 18 dicembre ore 17.00

domenica 12 e 19 dicembre ore 17.00

“KINDUR”

vita avventurosa delle pecore in Islanda

Coproduzione Compagnia T.P.O./Teatro Metastasio – Stabile della Toscana

Debutta a Prato, al Teatro Fabbrichino nella stagione Metastasio Ragazzi, lo spettacolo Kindur – vita avventurosa delle pecore in Islanda, un nuovo progetto firmato dalla Compagnia TPO e il Teatro Metastasio Stabile della Toscana.

‘Kindur’ in islandese significa “pecore” e questo è uno spettacolo dedicato all’Islanda vista attraverso gli occhi delle sue pecore avventurose. Tutto il territorio di quest’isola è pervaso da un‘aura fiabesca.  Dal bianco dei ghiacciai all’aurora boreale, dai geyser al fragore di cascate gigantesche, questo è un paese dove ogni elemento naturale sembra animato da forze misteriose: è qui che una roccia può diventare un troll ed è nelle sue brughiere deserte che gli elfi esercitano il loro potere magico.

In “Kindur” la storia di tre pecore si sviluppa parallela al ciclo delle stagioni: nasce in  autunno, con il  vento che tempesta l’ovile e prosegue fino alla tarda estate. Sarà un viaggio pericoloso, eroico; la fiaba di una natura che è leggenda, musica… In questa occasione il viaggio è guidato da tre performers d’eccezione (Paola Lattanzi, Anna Balducci e Erika Faccini) che accompagneranno il pubblico alla scoperta dell’Islanda grazie anche alle bellissime immagini realizzate da Elsa Mersi e rese vive dall’uso di sensori e tecnologie interattive che caratterizzano le produzioni della compagnia pratese.

TPO ha realizzato per questo spettacolo uno spazio scenico “sensibile” dove il pubblico, soprattutto quello dei più piccoli, può entrare in scena, immergersi nei vari ambienti naturali e giocare anche attraverso l’ausilio di “cuori di lana” che verranno consegnati a ciascun spettatore e che agiscono (accendendosi e vibrando) in modo interattivo. Ogni bambino entrerà nel personaggio della pecora attraverso il proprio cuore e parteciperà ad un viaggio immaginario nel meraviglioso e drammatico paesaggio islandese.

Ten Reloaded

Dicembre 16, 2010 By: admin2 Category: Articoli

tenrelodaed

 

Ten Reloaded, fotografia, video e performance, presso l’atelier “degliZingari Gallery”, 22 dicembre 2010

Roma: Mercoledì 22 dicembre 2010 alle ore 21 presso l’atelier “degliZingari Gallery” accoglierà la mostra “Ten Reloaded” rievocativa della prima edizione del Festival di Performance Art Cyberpunk “Ten” del 9 ottobre 2010 presso il Lanificio, un festival che ha visto un’interazione di sperimentazione massima di cultura cyberpunk, bondage art, installazioni interattive, body art estrema, videoarte e danza contemporanea.

La mostra “Ten Reloaded” sarà presentata da Luciana Cameli (presidente dell’associazione “You Artist”) e Francesca Fini (autrice del concept e direttrice artistica di “Ten”). “Ten Reloaded” si articola in una variegata serata di fotografia, video e performance per ricordare il “Ten” e la sua promessa di divenire uno degli eventi di riferimento della Live Art a Roma.

Il programma della serata si articola in:

Expo Fotografica dell’artista Soukizy Redroom: reportage di impressionante presenza scenica in cui l’artista ha immortalato dettagli delle performance sul palco nella giornata del 9 ottobre. Soukizy è una fotografa professionista di eventi live e set fotografici.

– Proiezione in anteprima del documentario “10 corpi del reato”, video realizzato per l’evento Ten da Francesca Fini e prodotto dall’associazione culturale nazionale You Artist. Starring (in ordine alfabetico) Alia.XXX, DolcissimaBastarda, Francesca Fini, Hypermedia Punk (Monica Mureddu e Fabrizio Palasciano), Letizia Lucchini, Lilith Primavera, Mafio 73, Noemi Valente, Vivia.
Francesca Fini è un’artista digitale di formazione, film maker, produce installazioni multimediali, video artista, media performer e body artist.

– Installazioni di Rope Art curate da Dolcissima Bastarda, creazioni che vedono l’antica arte del bondage messa a servizio della body-art con un raffinato e maturo gusto fetish.

– “Note Off” di Francesca Fini con Marco Casolino, installazione di musica e pelle.

– “The Mirror” di Francesca Fini con Letizia Lucchini ed Alessandra Carlesi.

– Presentazione di Carlo Infante (libero docente di performing media e fondatore dell’associazione di promozione sociale “Urban Experience”) di alcuni format di comunicazione sviluppati nell’ambito del performing media lab e che fanno da base per la performance “Hallucinated Journalism”. La performance mette in scena un dialogo tra l’artista del futuro ed il giornalista 2.0 portando ad una riflessione sul citizen journalism e sull’impatto dei nuovi media sulla comunicazione.

– Presentazione di Media Haka di un e-book interattivo sui materiali prodotti dalla performance “Hallucinated Journalism”. L’e-book è scaricabile gratuitamente.

In un corner sarà, inoltre, presente il Tag Cloud (#TEN10) dell’evento, con tutti i commenti e le osservazioni dal vivo sulla mostra. “Ten Reloaded” sarà visitabile sino al 13 gennaio 2011. L’atelier “degli Zingari Gallery” è situato esattamente nel Rione Monti in via degli Zingari, 52/54 – 00184 Roma.

TEN – cyberpunk performance art festival from TEN on Vimeo.

 

Siti Utili:
www.ten.roma.it

www.deglizingari.it

www.youartist.info

www.francescafini.com

www.soukizy.com

www.dolcissimabastarda.com
www.hypermediapunk.org

PLAY PLEASE!

Dicembre 06, 2010 By: admin2 Category: Articoli

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di Melina Ruberti

La nuova produzione di teatro per ragazzi della compagnia teatrale pratese TPO

Presentata a Parma l’11 Novembre nell’ambito della rassegna Zona Franca – Festival di creazioni artistiche per un pubblico giovane, Play Please! è una sorta di commedia game ad alto grado di interattività dedicato agli spettatori più piccoli che, è proprio il caso di dirlo, “suonano con i piedi” e non solo.

Il Teatro delle Briciole nella splendida cornice del Parco Ducale è un azzuffarsi di voci, corse a perdifiato dal pulmino della scuola per non arrivare tardi; via le scarpe, timbri colorati sulle mani per distinguere i 4 gruppi nei quali sono raccolti i giovani spett-attori; un fluire brulicante ma non troppo rumoroso sulla scena, la presa di possesso delle rispettive postazioni ed – è questo proprio il caso di dirlo – si aprono le danze.

Immaginiamo di essere all’interno di un grande strumento musicale e immaginiamo che il nostro movimento possa creare musica e disegni nello stesso tempo con la semplicità di un gioco… “Play” in inglese vuol dire tante cose: “giocare“, “suonare“, ”fare teatro”. Quindi, giocando e suonando, il grande strumento nel quale ci troviamo diventa una piccola fabbrica di suoni, dove tutti i bambini sono invitati a partecipare e sperimentare il gesto come forma di composizione, esercizio creativo per una partitura musicale collettiva.

PLAY PLEASE! creato dalla compagnia TPO è un vero e proprio atelier musicale composto da postazioni interattive “luminose”: apparentemente c’è solo la luce dove ci muoviamo, ma questa è sensibile, grazie a sensori che, come corde di una chitarra impalpabile, trasformano i nostri movimenti in suoni e immagini. Si suona e si dipinge con la luce, ma anche con corde luminescenti o altri oggetti-giocattolo, e più semplicemente con le mani o tutto il corpo, in un ambiente predisposto a mettere in moto la voglia di curiosare, giocare e creare, propria dei bambini.

Preludio:

Il filo conduttore di questo “laboratorio dei suoni luminosi” è un ritornello che viene continuamente rincorso attraverso un itinerario teatrale suddiviso in quatto tempi che rappresentano a loro volta quattro fasi di una composizione che verrà ultimata alla fine del gioco.

I tempo “Le Percussioni”

I suoni impulsivi, ritmati, sono il primo ingresso nel mondo della musica, il modo più semplice e intuitivo per comunicare con il corpo in un gioco di associazione tra gesto e timbro musicale. E’ un tempo che stimola un salto, una giravolta, una danza.

II tempo “L’Atmosfera”

La musica nasce da un’atmosfera, un “mood”, uno stato d’animo… per sognare di essere un gatto che gioca con un gomitolo, una lunga corda che rotola e si srotola, un’onda sonora che avvolge e coinvolge.

III tempo “La Melodia”

Il punto d’incontro tra suono e ritmo è la melodia, e allora per questo seguiamo il canto degli uccellini in un giardino di mattina: loro, tutti insieme, senza prove o arrangiamenti, compongono melodie spontanee

IV tempo “La Voce”

Ecco che arriva un microfono: è uno strumento e va suonato con la voce; escono le parole, a volte vanno per conto proprio a volte invece si ricompongono e (sulla melodia) si mettono in rima. Ora possiamo cantare, possiamo suonare; allora tutti in piedi, la nostra canzone è pronta: “Play Please!

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In scena al Teatro Studio di Scandicci

Novembre 12, 2010 By: admin2 Category: Comunicazioni

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NEM – Nuovi Eventi Musicali

Novembre 04, 2010 By: admin2 Category: Comunicazioni

Presenta, nella splendida cornice del nuovo Centro per l’Arte Contemporanea EX3 di Firenze,

Delusion (l’Inganno)

Di Laurie Anderson

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Sabato 13 Novembre 2010

Ore 21

Viale Giannotti N. 81 – Firenze

Già sede di prestigiosa cultura underground ed antagonista, il nuovo EX3 offre a mio avviso la cornice ideale per ospitare la solennità linguistica ed ipermediale di Laurie Anderson, il cui estro da performer non solo digitale si è sempre accompagnato a intense ricerche sulla natura del linguaggio e le sue possibilità performative.

L’evento organizzato da Nuovi Eventi Musicali in collaborazione con Florens2010, Gruppo Cultura Impresa Confesercenti di Firenze, Centro d’Arte Contemporanea Ex3 e Assessorato alla cultura del Comune di Firenze si pregia di essere la prima esecuzione italiana del nuovo lavoro dell’artista.

Lo show amalgama video-installazioni, musica, monologhi, marionette elettroniche e violini, esprimendo al meglio il talento della Anderson come narratrice di storie: la capacità di raccontare attraverso immagini, suoni, parole, linguaggi, con un occhio critico sulla politica e la società americana.

Ulteriori informazioni su:

http://www.laurieanderson.com/; http://www.nuovieventimusicali.it/; http://www.ex3.it/

Prevendite aperte su circuito boxoffice e su http://www.boxol.it/. Infoline al 055 2001875.

Compagnia TPO – Anteprima di Play Please!

Ottobre 24, 2010 By: admin2 Category: Comunicazioni

Un mirabile esempio di teatro interattivo per ragazzi!