‘Fly in High Resolution’
Dal 4 febbraio al 12 marzo 2011
Alla Galleria Carré Doré di Monaco
Ha preso il via “Fly…in High Resolution” esposizione incentrata su uno dei più importanti Artisti Russi dell’Arte Contemporanea dei media digitali..
Dal 4 febbraio al 12 marzo 2011
Alla Galleria Carré Doré di Monaco
Ha preso il via “Fly…in High Resolution” esposizione incentrata su uno dei più importanti Artisti Russi dell’Arte Contemporanea dei media digitali..
Da venerdì 4 a domenica 20 febbraio 2011 al Museo di Villa Croce di Genova ci sarà la Biennale della JCE –Jeune Création Européenne.
Lungo il suo circuito internazionale che prende avvio dalla città francese di Montrouge, la Biennale della JCE – Jeune Création Européenne, quest’anno alla sua quinta edizione. Genova si conferma la città di riferimento per l’Italia del prestigioso network europeo, curando la selezione degli artisti italiani che partecipano alle 8 tappe della Biennale e ospitando la mostra in esclusiva per l’Italia. Il progetto nasce per presentare uno scenario inedito della produzione artistica attuale attraverso le opere di 80 giovani artisti provenienti da 8 paesi europei partner, artisti per la maggior parte ancora “inediti” all’ambiente dell’arte contemporanea, selezionati da 8 curatori e critici di riferimento….
Sono gli ultimi giorni (fino al 12 Dicembre) per vedere la rassegna di foto digitali e retrospettive fotografiche di grandi artisti o dedicate a grandi personaggi dello spettacolo proposta nella sua sesta edizione a Lucca.
Vi proponiamo di seguito qualche immagine:
Bert Stern: The Last Sitting, 1962
©Donna Ferrato.West Broadway & White Street, 2006
Munari - Di treni , di sassi e di vento - Tirana
REVENGE OF THE GOLDFISH, © 1981 Sandy Skoglund
intervista a Franziska Nori
di Antonio Viscido
1) Un tempo il ritratto serviva ad esaltare il potere. Oggi è uno strumento che viene usato non solo per esaltare ma anche per contestare e talvolta ridicolizzare il potere stesso, tanto da poter ribaltare il concetto in “il potere del ritratto”. Quando c’è stato il punto di svolta e perché?
La tradizionale definizione sociopolitica del potere inteso come esercizio di un’influenza o come capacità di condizionare il comportamento di altre persone non riesce a rendere ragione della complessità e delle diverse (e anche nascoste) forme di potere presenti nella nostra società. Nell’epoca attuale, il ruolo e l’influenza delle immagini nel mondo della politica, dell’economia e della società in generale sono cresciuti a tal punto da far emergere in modo forte il loro valore non solo di raffigurazione ma anche di affermazione e costruzione del potere. È spesso tramite un’immagine che un uomo politico fonda la propria fortuna o segna la propria disgrazia politica. È sulla base di una campagna pubblicitaria ben congeniata che un’impresa costruisce il proprio successo commerciale. Sono spesso immagini televisive o del mondo dell’informazione che una società prende come propri modelli di riferimento. Inoltre, nella moderna società occidentale democratica, il potere non è più solo prerogativa di singoli individui o famiglie, ma è distribuito in sistemi complessi e organismi politici ed economici che si condizionano reciprocamente. Di conseguenza, oggi il rapporto dell’artista con la rappresentazione del potere è profondamente ambivalente e differenziato. Per i potenti di oggi non è più fondamentale essere ritratti da un artista. Al suo posto ci sono esperti di pubbliche relazioni, spin doctor e uffici stampa altamente specializzati che elaborano campagne mirate per i diversi canali di comunicazione. Nel settore della comunicazione, la reputazione pubblica di un singolo individuo, di un ente o di una società è fondamentale a tal punto da essere sempre accuratamente costruita in funzione delle reazioni dell’opinione pubblica con cui si pone in confronto. Questo vale tanto per i politici quanto per imprese e istituzioni, la cui presenza nei media è tenuta costantemente sotto controllo e costantemente aggiornata o modificata sulla base di sondaggi d’opinione continuamente commissionati.
2) La Strozzina si definisce un Centro di Cultura Contemporanea e non solo d’arte contemporanea. La cosa ci piace molto ma come si passa da Centro d’Arte a Centro di Cultura?
L’intenzione é di essere piu che un mero centro espositivo che omaggia le tendenza attuali nell’arte contemporanea ma di essere una piattaforma di discussione, di acquisizione di nozioni nuove e di dialogo culturale.
Il CCCS è nato nel 2007 come parte della Fondazione Palazzo Strozzi nella volontà di dare alla città di Firenze un centro di livello internazionale in cui produrre e presentare progetti espositivi tematici di arte contemporanea che trovano la loro ispirazione e origine nei paradigmi attualmente dibattuti nelle diverse discipline umanistiche e scientifiche.
In questi tre anni il CCCS si é affermato con un programma incentrato sull’analisi di fenomeni antropologici e sociologici come nel caso della mostra As Soon as Possible che affrontó la tematica del tempo all’interno della cosiddetta “high speed society”; oppure Sistemi Emotivi dedicato al rapporto tra razionalitá e emozione nella fruizione dell’arte, un progetto sviluppato alla luce delle più recenti scoperte neuroscientifiche; e poi le mostre Cina Cina Cina!!! e Arte, Prezzo e Valore che proponevano un’analisi critica della correlazione tra arte e mercato; si è parlato anche di ecologia e sostenibilità ambientale con la mostra Green Platfom (2009) fino ai più recenti progetti Realtà Manipolate e Gerhard Richter e la dissolvenza dell’immagine nell’arte contemporanea (2009/10) che hanno affrontato il problema della rappresentazione della realtà a fronte delle recenti tecnologie di riproduzione e diffusione delle immagini.
3) Voi fate anche molta attività didattico/formativa, con le lecture, con lo scopo di avvicinare i cittadini alla “cultura contemporanea”. Come nasce l’idea, che risposte avete avuto e cosa avete in programma in relazione a questa mostra?
Al CCCS dedichiamo particolare attenzione al programmare attività per il pubblico che approfondiscano le singole tematiche proposte dalle mostre. Grazie ad esperienze dirette da parte del pubblico lo scopo é di andar oltre alla semplice visita in mostra ad esempio con un programma di lezioni settimanali in cui invitiamo autori, docenti, giornalisti e artisti ad affrontare gli argomenti della mostra in corso da prospettive diverse. Abbiamo elaborato un progetto di mediazione culturale che mira ad assottigliare le barriere che dividono il pubblico dalle ricerche svolte in contesti accademici che dalle produzioni artistiche presentate al CCCS. L’obbiettivo è quello di rendere lo spettatore protagonista di un’esperienza a diretto contatto con l’arte e la cultura di oggi, all’interno di una vera e propria piattaforma multidisciplinare. La varietà di servizi al pubblico – sia adulto che in età scolare – che ci impegniamo ad offrire sono la testimonianza di questo nostro intento.
4) E’ difficile “lavorare” con la cultura contemporanea a Firenze?
Ogni realtá ha le sue particolaritá e caratteristiche che vanno osservate e capite. Il compito di un’istituzione come la nostra é quello di saper cogliere le esigenze della cittadinanza e le particolaritá del territorio per creare un programma di attivitá che da un lato dia impulsi innovatori e dall’altro funzioni in una logica di ‘servizio’ per la cittadinanza. Dopo appena tre anni della sua apertura constatiamo con gioia che il CCCS é stato accettato come il punto di riferimento per la contemporaneitá in cittá.
5) La mostra in corso è appena iniziata, immagino che stiate già lavorando per la prossima, che cosa verrà proposto in futuro?
Il 19 febbraio 2011 inaugurerá la seconda edizione del premio Talenti Emergenti, creato dalla Fondazione Palazzo Strozzi per attirare l’attenzione di critica e pubblico nei confronti della giovane arte italiana. Una giuria di 4 curatori italiani (Luca Massimo Barbero, MACRO, Roma; Chiara Bertola, HangarBicocca, Milano; Andrea Bruciati, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Monfalcone; Giacinto Di Pietrantonio, GAMEC, Bergamo) ha individuato i 16 artisti protagonisti della mostra, che costituirà un’occasione per promuovere il loro lavoro e uno stimolo per il pubblico a scoprire nuovi talenti e tendenze artistiche. Il vincitore sarà selezionato da una giuria internazionale, composta da Achim Borchardt-Hume (Whitechapel Gallery, Londra), Barbara Gordon (PS1, New York), Adam Szymczyk (dir. Kunsthalle Basel). Gli artisti nominato sono Giorgio Andreotta Calò, Meris Angioletti, Riccardo Benassi, Rossana Buremi, Ludovica Carbotta, Alessandro Cerasoli, Loredana Di Lillo, Patrizio Di Massimo, Valentino Diego, Luca Francescani, Invernomuto, Margherita Moscardini, Giovanni Ozzola, Antonio Rovaldi, Alberto Tadiello, Luigi Presicce.
Dal 22 maggio 2011 presentermo la mostra “Identitá Virtuali”. Di pari passo al crescente ruolo delle tecnologie digitali, si sono affermate nuove forme di comunicazione che hanno portato al bisogno di un ripensamento del concetto di identità, sotto la pressione del conflitto tra privacy e condivisione, diritto alla libertà individuale e bisogno di sicurezza collettiva. La mostra presenta opere e installazioni multimediali che permettono di riflettere sulle implicazioni politiche, sociali e culturali – ma anche sulle conseguenze a livello della vita personale – delle “identità virtuali” con cui sempre più spesso affrontiamo la realtà.
La prima guida per iPhone dedicata a Roma nasce dall’esperienza del Touring Editore ed è in vendita presso iTunes Store a 4,99 euro.
Alla Fortezza da Basso dal 5 al 13 dicembre 2009 un evento a carattere internazionale dedicato all’arte contemporanea.
Giunta quest’anno alla settima edizione, la Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea di Firenze presenta circa 650 artisti, provenienti da tutto il mondo (oltre 80 le nazioni rappresentate), nella suggestiva cornice della Fortezza da Basso (dal 5 al 13 dicembre 2009). L’allestimento accoglierà oltre 2500 opere, che vanno dall’arte pittorica alla scultura, dall’arte digitale alle installazioni, selezionate da un comitato scientifico internazionale, che comprende nomi di assoluto prestigio, e che beneficiano della direzione artistica dello stimato storico dell’arte Stefano Francolini, già direttore, tra l’altro, del settore restauro dell’Opificio delle Pietre Dure.
La Biennale, nata grazie all’impegno e alla perseveranza di Pasquale Celona (presidente) e Piero Celona (direttore generale), fin dal 2001 è partner ufficiale del programma delle Nazioni Unite “Dialogo fra le Civiltà”; un impegno che onora attraverso una serie di appuntamenti che pongono in risalto i sentimenti di fratellanza, pace e solidarietà tra i popoli. Di fatti, il ricco calendario di eventi, che fiancheggia e rende ancora più attraente la Biennale, prevede conferenze, incontri con ospiti d’onore e una rassegna dedicata al cinema giapponese. Grande attesa, in particolare, per l’ambito premio “Lorenzo il Magnifico” (assegnato nelle scorse edizioni a Gilbert & George, Christo e Jeanne-Claude, Richard Anuszkiewicz, David Hockney, Mario Luzi, Alfredo Zalce, Carla Fracci e Ferruccio Soleri), che la giuria internazionale ha deciso di conferire a Marina Abramovic (Leone d’Oro alla Biennale di Venezia 1997, protagonista di una mostra dedicata ai suoi video) e Shu Yong (che presenterà alcuni dipinti della sua serie “Chinese Myths”). Tra le altre iniziative, una mostra collaterale alla St. James Church incentrata sulle opere di Paul Lorenz, Barbro Eriksson e Danielle Lindsay, e la premiazione di uno tra i 12 giovani artisti selezionati dalle Accademie di Belle Arti del nostro paese tramite un concorso che ha assicurato loro uno spazio gratuito all’interno della Biennale.
Per chi già la conosce, la Biennale è diventata ormai un appuntamento consolidato e irrinunciabile, che continua a sorprendere di edizione in edizione. Per tutti gli altri, sarà la piacevole scoperta di una kermesse che riporta Firenze al centro di un confronto che coinvolge popoli, culture, identità e passioni: una vera festa dell’arte, che riavvicina mondi distanti in un unico sognante abbraccio, al quale per una volta si uniscono pubblico e artisti, che finalmente possono conoscersi e interagire, nel segno dell’amore per l’arte.
Biennale Internazionale Arte Contemporanea. Città di Firenze
Dal 5 al 13 dicembre 2009
Fortezza da Basso, viale Strozzi 1
Orario : dalle ore 10.00 alle ore 20.00
Ingresso: intero 10 euro – ridotto 8 euro
Info : Tel. 055 – 3249173 – Fax – 055 – 333540
Ufficio Stampa – Tel. 055-292082
www.florencebiennale.org
“Un progetto italiano di pratica curatoriale ed “OFFICINA” uno spazio espositivo con sede nella Factory 798 a Pechino: questo l’ambiente nel quale si inserisce “Mise-en-scene” l’iniziativa artistica curata da Monica Piccioni, che vede in mostra opere di Debora Vrizzi e Wang Qingsong .
Fondata da Rosario Scarpato e Monica Piccioni, offiCina è attiva dal 2002 nella promozione e diffusione dell’arte contemporanea cinese e internazionale, con particolare attenzione, naturalmente, alle giovani promesse.
La mostra su Debora Vrizzi e Wang Qingsong si è aperta il 18 Ottobre e chiude il 20 dicembre. Le loro opere provocatorie presentano una visione ironica della vita, come se fosse la scena di uno spettacolo teatrale od un filn ed evocano in parte le immagini di un set cinematografico. Il risultato è una sorta di crocevia tra diversi mezzi di comunicazione, che elaborano tableaux vivants (immagini-animate) sul display in un rapporto altrettanto sofisticato tra immagine, tempo e percezione. In questa mostra, dunque, non vi è solo un approccio alla fotografia, ma sono evidenti diverse soluzioni estetiche alla luce di un processo individuale concettuale. E ciascuno degli artisti rivela la capacità di sintetizzare e trarre dalle diverse lingue la creazione di un’iconografia personale.
Diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Sichuan, Wang Qingsong è internazionalmente conosciuto per l’elaborazione di scene allegoriche che imitano il consumismo e l’uso motivi popolari delle culture occidentali ed orientali. Commentando i cambiamenti di massa e gli effetti della globalizzazione che stanno accadendo in Cina, le sue fotografie provocatoriamente ironiche tra finzione e realtà. Parodiando il miracolo cinese, l’artista interpreta il sentimento di quella maggioranza silenziosa che soffre principalmente dagli effetti di una società che è cambiata troppo in fretta. Il messaggio punta principalmente sul potere visivo della composizione, una ricchezza infinita di immagini e la sua sensibilità spaziale.
Nel corso degli ultimi anni, le sue produzioni sono diventate sempre più ambiziose, il campo della composizione si è allargata a coinvolgere più persone, assistenti e tecnici, una serie di luci, trucco e guardaroba e puntelli più sofisticati. In un contesto dove tutto è frettoloso e veloce, Wang Qingsong si impegna in progetti che richiedono tempo e l’interazione. Con la creazione di microcosmi, sembra che l’artista inviti gli spettatori a fermarsi e decodificare le storie nel generale contesto storico. Il tempo, dunque, è importante per tutti. Fare queste opere e la loro visualizzazione ha bisogno di tempo. I suoi ritratti sono racconti animati, storie e persone fissato nella posa fotografica.
A differenza di Wang Qingsong, Debora Vrizzi è praticamente l’esecutore unico all’interno della scena, e usa soprattutto se stessa come filtro tra lo spettatore e le nozioni esplorate dal mezzo.
Laureata a Roma, al Centro Sperimentale di Fotografia, questa giovane artista italiana coniuga la sua attività come arte visiva (performance, video, fotografia) come direttore della fotografia per il cinema. Nel lavoro Vrizzi, fornisce l’impostazione del contesto in cui ha un ruolo camaleontico con una parodia del miti, di personaggi iconici, fiabe e motivi dell’iconografia del 15 – 16 ° secolo. C’è una dimensione quasi carnevalesca nel suo lavoro che affascina in quanto prende in giro gli stereotipi, attraverso quesiti del gioco sull’identità sociale sovverte le immagini generalmente accettate.
Nel suo progetto-Un-Happy Ending-(2007), interpreta attraverso foto e video al momento della morte (spesso violenta) di otto personaggi femminili storici: Lady Diana (1997), Francesca Woodman (1981), Madre Teresa (1997), Marie Antoinette (1793), Marilyn Monroe (1962), Mata Hari (1917), Nico (1988), Sissi (1898). Vrizzi le rappresenta in modo teatrale e pittorica, con cura prestando attenzione ai costumi e luci. Poi regola sulla scena alcuni elementi che decodifica attraverso la psicologia del personaggio storico. L’abito di Maria Antonietta copre lo sfondo, come una coda di pavone. La benda sugli occhi mostra l’impossibilità di vedere i fatti reali. Marilyn è sdraiata su un letto singolo rappresenta una visione intima della donna e della sua disperazione.
Questi ritratti sono rappresentati nel momento del passaggio dalla vita alla morte, che coincide con la trasformazione dei personaggi in icone pop. Affascinata dalle ambiguità e dalle notizie favolistiche su questi personaggi storici, l’artista le dipinge come principesse per le quali l’immortalità passa attraverso le circostanze sfortunate della loro morte. Il momento fatale coincide con la nascita di un mito.
La narrazione avviene in un momento di sospensione tra un eterno-before ‘e-after’ e uno stato inquietante al confine tra morte, sogno e sonno rafforzata dal senso della luce, il voice over, le pose e l’esplorazione lenta dalla fotocamera. La sospensione e la dimensione ambigua si estende a livello formale con il lavoro di sviluppo sul confine tra il cinema / video / fotografia.
Le fotografie del progetto non sono fotogrammi estratti dal video, ma (una scelta coerente per la sua ricerca) foto scattate da diverse angolazioni. Riferendosi al brano video, Bruno Di Marino sostiene che gli otto ritratti-da un lato sono ritratti fotografici, in posa i soggetti, d’altra parte appartengono al regno delle immagini in movimento e sono sul confine tra pittorica, fotografica e rappresentanza cinematografica.
Vrizzi sembra coincidere con il punctum temporis citato da Gombrich, che è il momento più significativo di un evento che l’artista sceglie di rappresentare sulla tela così come il punctum citato da Barthes nel suo saggio “La camera chiara:-plus – valore ‘dato dallo spettatore di fronte a una fotografia.
Diverso da quello che succede con la visione del film, chi guarda l’immagine fotografica pensa di avere abbastanza tempo per intervenire e di integrarsi con il loro sguardo, per isolare un dettaglio, aggiungendo alla fine un surplus-‘, una cosa però che è sempre stato dentro l’immagine …
Attraverso questo tipo di strutture tridimensionali in movimento, Vrizzi ci permette di riflettere in tempo reale. Essa ci dà tutto il tempo che ci serve, esattamente come quando eravamo di fronte a una fotografia.
LE SETTE PORTE
Giovani creativi milanesi
alla
XIV Edizione della Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo
Skopje 2009
Inaugurazione mercoledì 25 novembre – alle 18.00
Apertura al pubblico dal 26 novembre al 3 dicembre 2009 – dalle 15,00 alle 19,00
Via Procaccini, 4 – Milano
Il Comune di Milano Assessorato allo Sport e Tempo libero e IED Arti Visive, da mercoledì 25 novembre, presentano la mostra interdisciplinare LE SETTE PORTE. Giovani creativi milanesi alla XIV edizione della Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo, a cura di Rossella Bertolazzi, Direttrice di IED Arti Visive.
Negli spazi della Fabbrica del Vapore, saranno esposti i lavori dei giovani artisti milanesi che hanno partecipato alla XIV edizione della Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo (3 – 12 settembre 2009), di cui il Comune di Milano è Ente promotore.
Elisabetta Alazraki, Antonella Aprile e i gruppi Effetto Larsen, Materiali Scenici, Proietti&Zarzani, Xtend3dLab erano a Skopje fra i 708 giovani artisti esordienti provenienti da 39 Paesi europei presenti a questo importante appuntamento con la creatività del Mediterraneo.
Esattamente come la Biennale di Skopje da cui prende il titolo, ispirato alle 7 porte della capitale macedone, l’esposizione ha un’impronta decisamente multidisciplinare: videoinstallazioni, progetti interattivi, teatro, fotografia e pittura si snoderanno negli spazi di Via Procaccini 4 a Milano.
Il 25 novembre dopo l’opening alle ore 18.00 si prosegue alle ore 21.00 con lo spettacolo teatrale Aggregazione di Effetto Larsen (gruppo composto da Matteo Lanfranchi, Elisa Bottiglieri, Renato Avallone, Marco Ripoldi, Paolo Altavilla, Beatrice Cevolani, Laura Triscritti, Luna Paese e Roberto Rettura) ospitato negli spazi di Macchinazioni Teatrali, in via Luigi Nono 7.
Materiali Scenici ovvero: Francesca Perego, Gian Battista Pigola, Isnaba Joana Dupret Barreto Miranda, Andrea Veronelli e Stefano Moretti, sono presenti con “l’istant movie” Transit realizzato quasi in diretta con persone di Skopje, il video indaga le modalità di socializzazione attraverso le nuove tecnologie digitali portatili.
Per la sezione Arti Visive verranno esposti i pannelli pittorici di Antonella Aprile e le fotografie di Elisabetta Alazraki.
Le Arti Applicate sono rappresentate da Portalcity racconto per immagini su pannelli delle metamorfosi urbane di Proietti&Zarzani: Nico Zarzani, Alessia Zarzani e Tiziana Proietti, e dall’installazione interattiva Hyperwish di Xtend3dLab: Mariangela Zarriello, Ambhika Samsen, Nima Hajihossseini, Silvia Riva, Fabio Pelagalli, Machiel Veltkamp, Giulia Martinucci e Cuneyt Ozseker.
Il pubblico potrà inoltre vedere la registrazione di Aggregazione fatta a Skopje.
Ad arricchire la kermesse l’incontro di mercoledì 2 dicembre (ore 17.30) un “call for entries”, una chiamata fatta a tutti i giovani artisti lombardi che vorranno partecipare alla XIV Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo, e che vorrebbero comprendere i meccanismi di partecipazione. Durante la serata Gruppo Materiali Scenici racconterà, attraverso l’esperienza dell’instant movie Transit le nuove frontiere dell’uso leggero delle nuove tecnologie digitali.
Informazioni:
mostra collettiva:
LE SETTE PORTE. Giovani creativi milanesi alla XIV edizione della Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo.
Dove: Fabbrica del Vapore, Via Procaccini 4, Milano
opening: mercoledì 25 novembre alle ore 18.00,
spettacolo teatrale ingresso libero: Aggregazione di Effetto Larsen ore 21.00 presso Macchinazioni Teatrali, in via Luigi Nono 7
Durata della mostra: dal 26 novembre al 3 dicembre 2009 || Orari: Tutti i giorni dalle 15.00 alle 19.00
Informazioni: www.comune.milano.it/giovani – www.fabbricadelvapore.org – Tel: +39 02.88464106
Incontro: mercoledì 2 dicembre ore 17.30
Ufficio Stampa: NewRelease | Elena Bari – press@newrelease.it – +39 02.47956722, + 39 328.9781241
Approfondimenti
Antonella Aprile
Sezione Arti Visive
Il risveglio porta con sé la possibilità di ambire al cambiamento, a un mutamento delle nostre percezioni come dallo stato di sonno a quello di veglia, e da quello di veglia a uno stato ancora più alto, quello di super-veglia. Uno stato di coscienza superiore che ci porta non solo a una mutazione mentale ma anche fisica. Tali mutazioni sono espresse attraverso un gesto pittorico, istintivo, urgente, come un atto liberatorio che attraversa le viscere per giungere all’impossessarsi del pensiero e farsi corpo tramite una ripetizione ossessiva e seriale del segno, della macchia, dello spruzzo di colore e della colatura.
Elisabetta Alazraki
Sezione Arti Visive
Mi interessa l’idea di ordine spontaneo, il modo in cui si generano gli equilibri tra le forze, sia in natura che nella società. Per il progetto Riverintoriverintoriver ho mescolato le acque di otto fiumi europei: Vistola, Reno, Po, Senna, Tamigi, Elba, Danubio e Vardar. Ho iniziato raccogliendo una tanica d’acqua dalla Vistola che poi ho versato nel Reno, dal quale ho prelevato un’altra tanica da versare nel Po, e così via in modo che alla fine ogni fiume contenesse l’acqua degli altri.
Effetto Larsen
Sezione Spettacolo
Effetto Larsen nasce nel 2007 a Milano ad opera di Matteo Lanfranchi per promuovere progetti di ricerca sui linguaggi performativi. Il nostro principio guida è la semplicità che scaturisce dal corpo. Si tratta di indagare gli elementi base, originari, sottili. Aggregazione è un progetto sulle relazioni umane, analizzate attraverso i loro meccanismi. Al centro del progetto si trovano le relazioni, il rapporto individuo/ambiente, le azioni attraverso le quali costruiamo la nostra realtà.
Materiali Scenici
Sezione immagini in movimento
Transit-trailer di un possibile film.
Transit è il risultato di un processo di riprese di azioni performative nei luoghi pubblici, di azioni di interazione e incontro con le persone, azioni che aprono dal punto di vista pratico e simbolico un discorso sul tema della frontiera.
Il documento video è il risultato di più ambiti di esperienza: la partecipazione alla Biennale, l’incontro con la città Skopje, il lavoro di video arte sulla frontiera.
“Quanto è reale una ______?”. La parola mancante è frontiera.
Proietti&Zarzani
Arti Applicate
Portal City è una città pensata mediante un’applicazione di una serie di simbologie ordinate in sette fasce differenti .
Ognuna di queste è una tematica in grado di accogliere al suo interno il sistema percettivo, emozionale e relazionale dell’uomo nei confronti dello spazio.
Le tematiche sono sette: il reale, il tatto, l’olfatto, la vista, il gusto, l’udito e l’irreale; ogni tema si propone di intercettare quell’intrinseca relazione che lega ogni percezione al complesso mondo dell’architettura.
Di Francesco Fumelli e Alessandro Furieri
Uno degli aspetti innovativi di iPhone non è solo quello di avere – tra i primi device nel campo delle telefonia mobile – il sensore GPS integrato ma sopratutto (ed in questo è davvero unico, nell’attesa di Android di Google) in grado di rendere disponibili i dati di posizionamento rilevati dal GPS per tutte le altre applicazioni installate nel dispositivo.
Applicativi per iPhone come Twinkle e molte altre applicazioni di microblog e lifestream (e non solo) riescono – grazie a questa caratteristica – a implementare servizi nuovi e utili. Mostrare dove si trovano i vari chatters intorno al mondo, posizionare le vostre foto sopra le mappe mondiali, vedere la posizione geografica dei vostri amici, condividere le immagini dei luoghi, realizzare e salvare mappe per definire percorsi, inviare via mail la propria posizione georeferenziata, ed altri mille utilizzi diversi, tutti più o meno utilili ma tutti molto “Web 2.0 oriented”.
Oggetto di questo articolo è il rapporto tra la rilevazione dei dati georeferenziati grazie al GPS e le immagini scattate dalla fotocamera di iPhone. Partiamo da una trattazione preliminare della fotocamera di iPhone.
È opinione corrente che le foto scattate con iPhone non siano eccezionali. Questa affermazione non è completamente vera, come tutti i possessori del telefono Apple sanno. Per spiegare meglio il discorso che è più complesso, occorre sgombrare il campo da alcuni miti che circondano il mondo della fotografia digitale, primo tra tutti quello dei megapixel.
Il numero dei megapixel di un’immagine non è sufficiente a definirne la qualità. Se è vero che ad un numero di pixel maggiori corrisponde certamente una maggiore quantità d’informazioni salvate, si devono considerare anche la qualità delle lenti, la qualità del sensore che cattura l’immagine e non ultimo, il software che gestisce l’acquisizione e soprattutto il livello di compressione operata in fase di salvataggio.
Tutte le fotocamere ed i telefoni di fascia medio bassa infatti utilizzano il formato JPG per salvare le immagini, ed applicano quindi in ogni caso una compressione all’immagine acquisita.
Accedendo a Flickr (http://www.locr.com) e cercando nella sua sconfinata banca dati (eseguire ricerca per fotocamera) le foto dei vari “iPhone user” nel mondo, appare evidente come le foto di iPhone siano tutt’altro che di cattiva qualità. Anche rispetto a molti dei cameraphone più blasonati come Nokia N95, iPhone (sulla carta molto inferiore come parte fotografica) alla fine restituisce un risultato senza dubbio comunque paragonabile.
Altro mito da sfatare è quello più in generale sulla qualità dei cosiddetti cameraphone. Telefoni con caratteristiche fotografiche che in realtà non si dimostrano quasi mai in grado di competere con una fotocamera digitale, neppure di fascia medio-bassa. Insomma per fare buone fotografie serve una vera fotocamera.
Iphone non rompe questa regola, possiede un sensore a 2 megapixel senza autofocus e senza flash. Caratteristiche molto “basiche”.
Quello che non sempre viene sottolineato è che comunque l’apertura del diaframma scelta dagli ingegneri Apple è di f/2,8 (un terzo della distanza focale) e che la lente è costruita con materiali di buona qualità.
f/2,8 è un valore ottimale per esaltare la luminosità (a scapito di una certa profondità di campo) e la qualità della lente garantisce una buona nitidezza e assenza di aberrazioni cromatiche.
La compressione operata sulle immagini dal software è evidente, ma migliore di quella che ad esempio generalmente opera il software Nokia di N95 e non si presentano i tipici artefatti di compressione (se non in condizioni di luce molto scarsa).
iPhone permette insomma di fare foto godibili ed equilibrate, nell’ottica di quello che ci si può aspettare da un cellulare. Lo zoom avrebbe migliorato le cose, ma nel poco spessore di iPhone non sarebbe stato possibile collocare il meccanismo di uno zoom ottico (si pensi che N95 usato come esempio è spesso più del doppio di iPhone). Il progetto Apple ha puntato su un buon compromesso: due megapixel, lente senza aberrazioni o disturbi evidenti, elevata luminosità per capacità di scatto anche in interni e con luce modesta.
E come accennato, la possibilità di salvare nelle immagini JPG acquisite, i tag di geoposizionamento, gli Exif metadata.
Naturalmente è noto a tutti che il formato tipico per le foto digitali è il JPEG.
Questa è in realtà una mezza verità; in effetti il vero formato utilizzato per le foto digitali si chiama EXIF (o meglio JPEG/EXIF).
Un EXIF è a tutti gli effetti un normale JPEG, infatti qualsiasi programma di visualizzazione riesce a visualizzare sia i JPEG-base che i JPEG-EXIF senza doversi sobbarcare nessuno sforzo aggiuntivo. JPEG-EXIF contiene tuttavia molte informazioni extra che in un JPEG-base sono del tutto assenti.
Sia i JPEG-base che i JPEG-EXIF utilizzano come suffisso .jpg oppure .jpeg, senza ulteriori distinzioni. Anche il MIME-Type utilizzato è image/jpeg, in modo indifferenziato. Per riconoscere se un JPEG in effetti è un EXIF occorre leggere attentamente dentro al file.
Riassumendo, possiamo dire che:
un JPEG-base contiene semplicemente un’immagine compressa
un JPEG-EXIF contiene un’immagine compressa, ma in aggiunta contiene anche un set strutturato di metadati; ossia, sono presenti ulteriori informazioni relative all’immagine, alle condizioni di ripresa etc. etc.
Il seguente è un esempio abbastanza tipico della struttura dei metadati EXIF che accompagnano una fotografia digitale:
Come dovrebbe risultare chiaro dall’esempio, se un JPEG è in effetti un EXIF, allora contiene dei metadati strutturati in modo standard:
i metadati sono articolati in elementi (voci) denominati tag
ciascun tag è identificato da un ID numerico e da un nome simbolico
alcuni tipi di tag sono obbligatori (quindi li dovreste trovare sempre in qualsiasi EXIF)
altri tipi di tag sono facoltativi (quindi sono presenti o meno a seconda del modello della fotocamera, della modalità operativa, della presenza o meno di determinati accessori etc etc).
Lo standard è abbastanza semplice e in sostanza è coerente quanto basta per garantire una facile interoperabilità tra i diversi produttori di hardware e software.
In ogni caso, ciascun tipo di tag contiene uno o più valori; i tipi supportati sono i seguenti:
BYTE una sequenza di bytes
STRING una stringa di caratteri ASCII
SHORT un intero (senza segno) a 16 bit
LONG un intero (senza segno) a 32 bit
RATIONAL una coppia di interi (senza segno) a 32 bit interpretati come un rapporto tra numeratore e denominatore
SBYTE una sequenza di bytes (senza segno)
UNDEFINED una sequenza di bytes (forse UNICODE, ma non è detto …)
SSHORT un intero (con segno) a 16 bit
SLONG un intero (con segno) a 32 bit
SRATIONAL come un RATIONAL, ma la coppia è di interi (con segno) a 32 bit
FLOAT autoesplicativo, praticamente mai utilizzati
DOUBLE autoesplicativo, praticamente mai utilizzati
Ogni tag dichiara un valore count, che deve essere interpretato come segue:
se i valori sono BYTE, STRING, SBYTE oppure UNDEFINED, count indica la lunghezza della stringa
in tutti gli altri casi count indica il numero dei valori elementari presenti [quindi possono essere presenti tanto valori elementari come anche array di valori]
Il fatto di specifico interesse per questo articolo è che iPhone (e alcuni altri modelli di telefoni e fotocamere digitali) incorporano direttamente al loro interno un sensore GPS.
Altri modelli di fotocamera digitale supportano la possibilità di connettere un terminale GPS di tipo esterno tramite un apposito sistema basato su un cavetto ed un aggancio fisico.
In entrambi i casi il formato EXIF consente di memorizzare i parametri GPS rilevati al momento dello scatto direttamente all’interno dei metadati. In particolare:
i tag GPSLatitudeRef e GPSLatitude conterranno la latitudine [espressa nella forma Est/West gradi, minuti e secondi]
i tag GPSLongitudeRef e GPSLongitude conterranno la longitudine [espressa nella forma North/South gradi, minuti e secondi]
il tag GPSSatellites indicherà il numero dei satelliti visibili
i tag GPSDateStamp e GPSTimeStamp indicheranno l’esatto momento dello scatto [espresso in UTC, ossia nel tempo universale di Greenwich]. Di fatto i satelliti GPS erogano anche un segnale orario di precisione assoluta, per cui questo valore può essere di particolare interesse.
Esiste un software open source, scritto dal mio amico e coautore di questo testo Alessandro Furieri: Spatialite, è un software liberamente scaricabile da: www.gaia-gis.it/spatialite per tutte le piattaforme.
SpatiaLite consente di importare le immagini EXIF in modo semplice, alimentando nel contempo un catalogo dei metadati corrispondenti.
Una volta che i metadati sono stati acquisiti sotto forma di tavole diventa banale elaborarli/interrogarli tramite normalissime query SQL.
Non solo; se tra i metadati EXIF sono presenti anche le rilevazioni GPS, allora SpatiaLite è in grado di costruire automaticamente anche una Geometry WGS-84 associata alla fotografia (World Geodetic System).
Il modo più facile per importare immagini EXIF in SpatiaLite è quello di utilizzare l’interfaccia grafica; si può infatti importare automaticamente una intera cartella in un solo colpo. Un EXIF valido verrà correttamente riconosciuto anche se presenta un suffisso diverso da .JPG, oppure se non possiede nessun suffisso.
Quindi, utilizzando il tool standard di SpatiaLite per l’acquisizione automatica delle immagini EXIF avremo la seguente situazione:
La tavola ExifPhoto conterrà le informazioni maggiormente rilevanti, ivi compresi gli eventuali parametri GPS rilevati dai metadati EXIF.
Naturalmente ExifPhoto conterrà anche l’immagine vera e propria.
Se si desidera SpatiaLite può inoltre mostrare le tavole complete che espongono tutti i metadati EXIF; in questo caso la tavola ExifTags conterrà l’elenco di tutti i tags rilevati.
mentre la tavola ExifValues conterrà i valori associati ai tags EXIF rilevati.
infine, la vista ExifMetadata consente di accedere direttamente ai metadati EXIF in forma agevolata.
Oltre ad iPhone ed altri telefoni cellulari (principalmente Nokia) le macchine digitali dotate di sensore GPS cominciano ad essere reperibili sul mercato a prezzo non eccessivo. In particolare la Nikon Coolpix P6000 e la Ricoh 500 SE.
Si tratta di fotocamere compatte con ottime doti fotografiche per la fascia a cui appartengono (non professionale) con prezzo intorno a 400/500 euro.
Inoltre praticamente tutte le reflex digitali di fascia alt professionali consentono di collegare un terminale GPS esterno tramite un apposito cavetto e sistema di fissaggio.
Infine è possibile connettere una vasta gamma di terminali GPS di tipo professionale utilizzando sempre un cavetto, ma senza nessun vincolo fisico idoneo a garantire l’allineamento delle due apparecchiature.
La presenza dei dati di posizione nelle immagini è una novità (ancora pochissimo sfruttata) che consente una diversa gestione nell’utilizzo quotidiano delle foto digitali. Permette di aggiungere intelligenza e funzioni ai software di archiviazione e gestione, sia sul pc locale dell’utilizzatore che su web, tramite siti e servizi appositi.
Software e servizi web interessanti da vedere, in ottica specifica per gestire le foto JPEG-EXIF (a parte il già citato Spatialite).
Flickr – www.flickr.com
Forse il più noto sito di archiviazione/condivisione di immagini online, utilizza i tag EXIF per posizionare i vostri scatti sopra una mappa. Rende immediato il vedere ad esempio il percorso di un viaggio, con le relative immagini in posizione.
Google Picasa Web Album – picasaweb.google.com
Anche Picasa permette di archiviare le foto e posizionarle sulla mappa di Google. E’ in effetti il migliore concorrente di Flickr e ne duplica e espande le funzioni. Molto utile la mappa di un singolo “album” con le anteprime delle foto visibili direttamente nella mappa.
Lockr – www.locr.com
Sito web e software per Windows e Symbian, permette di caricare online immagini e posizionarle su Microsoft Virtual Hearth, Yahoo e Google Maps, leggendone i dati JPG-EXIF. Molto efficace e gradevole come interfaccia.
Exposure, Airme e Flickup
Software per iPhone scaricabili da iTunes store. Exposure e Airme sono gratuiti. Tutti e 3 permettono – tra l’altro – l’invio a Flickr, Picasa e Facebook di foto scattate con iPhone, mantenendone i tag Exif.
HoudahGeo – houdah.com/houdahGeo/index.html
Software per Mac OSX. Permette di collocare tramite i tag EXIF foto su Google Hearth e Google Maps.
PhotoInfoEditor e PhotoGPSEditor
http://www.mmisoftware.co.uk/pages/photogpseditor.html
Due software per Macintosh che permettono – tra l’altro – di gestire pienamente i tag EXIF e processarli anche su molti file in batch.
RapidoMap OSX – www.app4mac.com
Ottimo software gratuito per gestire localmente le foto e sovrapporle alle mappe di Yahoo. Basta trascinare le foto sopra la finestra del programma. Veramente semplice e ben fatto. Permette anche l’upload su Flickr.
Nokia location tagger – www.nokia.com/betalabs/locationtagger
Permette di salvare i dati Exif all’interno degli scatti eseguiti con i telefoni Nokia dotati di GPS.
Un ottimo software per iPhone (gratuito) scaricabile da iTunes store è GPSLite. Si tratta di un programma non direttamente correlato con la problematica JPG-EXIF ma indispensabile per tutti coloro a cui interessi sfruttare e capire come funziona il GPS in genere e la sua implementazione su iPhone. Si tratta di un programma che rileva le coordinate, permette di conoscere direzione e velocità di movimento, salvare dei punti su una mappa “muta” e quindi navigare da e per i punti salvati con l’ausilo di una bussola che mostra la direzione da seguire.
[BOX]
http://it.wikipedia.org/wiki/Exchangeable_image_file_format
http://www.kodak.com/global/plugins/acrobat/en/service/digCam/exifStandard2.pdf
http://cvs.horde.org/annotate.php/ansel/lib/Exif.php?rev=1.41
http://it.wikipedia.org/wiki/World_Geodetic_System
di Fabrizio Pecori
E’ un entusiasmante motore di ricerca per similitudine di elementi interni all’immagine.
Una volta aperta la pagina possiamo selezionare una foto dal disco rigido o indicare l’URL di una immagine in rete che lui avvia automaticamente una ricerca sul web, dando quasi sempre risultati molto soddisfacenti.
Ho tentato di ingannarlo con una mia foto nella quale indosso orecchi da elfo, ed il motore di ricerca mi ha restituito risultati molto lusinghieri.