
Una anteprima a cura di motor
Mi raccomando … che resti tra noi quanto vi sto per raccontare …
Qualche mese fa Mario Della Casa, mi chiamò presso i locali di HiroshimaMonAmour (HMA) per un’offerta che non avrei potuto rifiutare. Mario (forte della sua esperienza decennale, insieme a Fabrizio Gargarone e allo staff tutto di HMA nella produzione di eventi come TecnoTeatro o il Traffic, festival che attira decine di migliaia di spettatori con artisti internazionali, nonostante i “lungimiranti” tagli del governo ai finanziamenti) voleva un progetto per uno spettacolo che affrontasse il tema dei nuovi luoghi della socialità , come gli ipermercati , i mall e il tessuto connettivo di asfalto e cemento che li unisce e insieme i luoghi virtuali delle tracce (digitali ma non solo) che uomini e merci lasciano… L’altra idea forte era che lo show dovesse avere un forte impatto live e che quindi avrei diviso il palco con Madaski (sottraendolo per qualche tempo ai suoi impegni con gli Africa Unite, i Dub-Sync e alle sue numerose produzioni)… Io resisto a tutto tranne alla tentazione di un nuovo progetto impossibile … Ho cominciato a raccogliere suggestioni e documenti, a cercare collegamenti, visioni, immagini , luoghi, location, testi, suoni. Da un lato mi sono chiesto come gli umani vivano, percepiscano o ignorino questo onnipresente “dataflow”, mentre si spostano lungo gli spazi fisici di questa metropoli continua e rizomatica, che con addensamenti e rarefazioni, sta cominciando a coprire vaste aree del pianeta… Nuovi rituali para-religiosi spostano masse di persone verso luoghi che come cattedrali hanno architetture e simbologie antiche… Forse a Natale non siete andati a messa, ma sono quasi certo che anche voi vi siete ritrovati almeno una volta in un ipermercato per i vari rituali di fine anno…
Bollati con superficialità come “non luoghi” in realtà questi luoghi sono diventati “luoghi” di riferimento e socialità (é stato lo stesso Marc Rougé a correggere questo pregiudizio). L’idea di traccia mi ha portato a riflettere su quanto tutti noi o gli oggetti che ci circondano siamo definiti dalle nostre identità digitali e dalle tecnologie che adottiamo… Viviamo immersi in un flusso tecnologico, sempre più indipendente dalla nostra volontà, sempre più simile ad un organismo in evoluzione: il Technium, secondo la definizione di Kevin Kelly. Mi interessava questo processo contrapposto e insieme inseparabile, l’evolversi esponenziale della tecnologia, di questo organismo.
Ormai gran parte del traffico sulle reti è scambio dati diretto tra macchine, non destinato a operatori umani. Reti di sensori, in origine soprattutto militari, poi finanziari e poi sempre più civili, domestici si formano e si connettono, prendono decisioni e agiscono… Un mormorio digitale continuo… Migliaia di telecamere che ci guardano… ma forse solo perché il technium sta cercando di definirsi, di scoprirsi in uno sforzo non ancora conscio di autopoiesi? Per capire il technium occorre studiarne i linguaggi, i processi, non limitarsi al lato “umanistico” (umano?) e credere che basti… come si può ancora teorizzare di digitale senza praticarlo? Sarebbe come studiare letteratura anglosassone, senza sapere l’inglese… o parlare di calcio senza aver toccato un pallone… e da qui la necessità dell’hacking, dell’uso non previsto (dalla Microsoft…) della Kinect, delle telecamere per sport estremi, della riprogrammazione degli smartphone… In questo nuovo universo , dove le immagini sono più vere degli originali (quando ancora questi ultimi esistono), dove i paesaggi interni ed esterni implodono, è facile ritrovare le profezie ballardiane che si avverano ad una ad una… ma i collegamenti a volte sono imprevedibili … ho avuto la sorpresa di riscoprire in Italo Calvino un contro-canto magico… nel suo famoso libro “Le città invisibili” già descriveva le città continue che oggi ci sembrano così normali… …mi sono chiesto quale poteva essere una colonna sonora ideale e anche qui l’intuizione di Mario Della Casa sulla scelta del musicista era perfetta… l’ecologia sonora urbana da cui nascono il dubstep o il drum&bass, ma anche il paradosso del successo del noise pop dei Nine Inch Nails (paradosso per chi crede che il pop debba di necessità essere fatto da stelline e veline raccomandate dai premier), le stesse dinamiche di diffusione di questi suoni (le radio pirata londinesi ad esempio o le community online come Soundcloud), le stesse pratiche di produzione e remix e ibridazioni continue, si accomunavano ai flussi di dati, persone e merci di questa periferia sempre familiare e insieme irriconoscibile… Ho immaginato quindi di lavorare sulla tensione tra me e Mada. Io lavoro sulla costruzione di spazi, Mada li riempie, li manipola, li suona. L’idea è che io mi occupi dei flussi video e degli ambienti sonori, mentre Mada invece, da vero animale da palcoscenico, trascinerà il pubblico con i suoi live dub …Mada è il delay, io il riverbero… And the bass is a weapon… A che punto siamo? Il progetto DATAFLOW è partito (potete vedere lo storyboard nelle immagini …); a breve cominceremo le riprese in time-lapse e slow-motion con Giulia e Giacomo (lo staff video di HMA)… le versioni alpha dei codici in max-msp e processing per leggere gli scan della kinect, o per collegarsi ai feed di pachube, le prime versione del video synth sono già in esecuzione, e Mada sta già lavorando ai suoni (a distanza, da vero nomade digitale, mentre è in tour con gli Africa…). Resta ancora moltissimo da fare … vi terrò aggiornati. Ma mi raccomando: sono informazioni riservate… BOX
Rizomi suggeriti
Kevin Kelly – Cosa vuole la tecnologia – ed Codice OpenGL_Shading_Language_3rd_Edition (Orange Book) Randi J. Rost Bill Licea-Kane Addison Wesley OpenGl Specifications GLSLangSpec.4.10.6 OpenGL 7th editions OpenGL_Programming_Guide_7th_Edition . Addison-Wesley The new religious Image of urban America – The shopping mall as ceremonial center -Ira Zepp – University press of Colorado La religione dei consumi – George Ritzer e- cattedrali, pellegrinaggi e riti dell’iperconsumismo ed il Mulino The kingdom Come – J.G. Ballard (Il regno a venire) ed Feltrinelli The Atrocity Exhibition – J.G. Ballard (La mostra delle atrocità) ed Feltrinelli Iain Sinclair – London Orbital … ed. Saggiatore Beginning Android Mark L. Murphy Apress Le città invisibili Italo Calvino ed.Mondadori ExtremeTech Hacking rss and Atom Leslie Orchard Wiley Publishing ExtremeTech Hacking Google Maps and Google Earth – Martin C. Brown Wiley Publishing Programming-Interactivity-A-Designers-Guide-to-Processing-Arduino-and-openFrameworks-ed O’Reilly La società dello spettacolo – Guy Debord Sonic warfare — Kode9 MIT Press Tecnoapocalips DVD The Net DVD www.hiroshimamonamour.org www.Cycling74.com
www.pachube.com
box short bio di motor artista digitale e performer, programmatore, ha al suo attivo progetti come cleanUnclean (per immagini di guerra, cori digitali e basse frequenze), Heatseeker (video teatro) e ultimamente gira per l’Italia con l’Orchestra Meccanica Marinetti (Action Sharing), concerto per due robot percussionisti e performer umano… Ha collaborato e collabora con gruppi di teatro, videomaker, musicisti …
box short bio di Mada
Madaski o Mada è cantante, tastierista e produttore discografico italiano. Oltre a cantare, suona principalmente le tastiere, i sintetizzatori e il basso elettrico. Leader insieme a Vitale “Bunna” Bonino del gruppo reggae Africa Unite, è un personaggio molto noto e stimato nel panorama musicale torinese e nazionale. La sua prima esperienza musicale di una certa rilevanza arriva nei primissimi anni ottanta quando, diplomato in pianoforte, suona nei Suicide Dada, gruppo dark new-wave torinese. Nel 1981 decide, insieme a Vitale “Bunna” Bonino, di formare i primissimi Africa United (poi Africa Unite), gruppo reggae-dub che sarà al centro della scena reggae e alternativa italiana per oltre vent’anni. Parallelamente agli Africa Unite, Madaski porta avanti anche diversi progetti , come i Dub Sync, ed é noto come produttore discografico. Ha collaborato anche con artisti come Antonella Ruggiero, Franco Battiato e Jovanotti.
Box short bio per Hiroshima Mon Amour
Storico club di riferimento per la scena torinese, ma anche europea, ha ospitato sui suoi palchi il meglio dell’underground musicale da tutto il mondo e ha dato vita a numerosi festival ed eventi … anche motor debuttò lì oltre vent’anni fa…