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Web cinema

Giugno 29, 2009 By: admin2 Category: Senza categoria

Di Luca Barbeni

Entropy8zuper

Wirefire nasce nel 1999 dal duo Entropy8Zuper, che crea uno strumento ad hoc per gestire immagini e suoni in tempo reale su internet. Wirefire è stato un progetto molto ambizioso e ai tempi

particolarmente innovativo.

Entropy8Zuper! è costituito da Michael Samyn e Auriea Harvey, che conosciutosi in rete si sono uniti nella vita e nel lavoro.

Sul sito web http://www.entropy8zuper.org/wirefire ogni giovedì sera a mezzanotte GMT+1 era possibile assistere alla performance collaborativa di questi due artisti, che utilizzando una applicazione creata appositamente erano in grado di montare immagini e suoni in tempo reale su internet. Questa applicazione combina Flash, Actionscript, xml sockets, Swift Generator e Perl. Bisogna ricordare che si era nel 1999 e in tutti gli spettatori di queste performance vi era un senso di magia e stupore nell’assistere a questi video astratti creati in tempo reale. Come le prime macchine di luce per le immagini in movimento alla fine dell’Ottocento hanno prima di tutto stupito l’uomo, così questo progetto viveva soprattutto sulla percezione emotiva di assistere a uno spettacolo audiovisivo su internet realizzato in tempo reale.

Molto importante a questo riguardo è stata la scelta degli autori di utilizzare webcam. È uno dei pochi progetti audiovisuali in rete che abbiano utilizzato le webcam a livello creativo. Il fatto di poter vedere che gli autori erano realmente presenti in quel momento, davanti al loro computer in Belgio, creava un’emozione molto forte. Su internet poter verificare la presenza di un’altra persona dall’altre parte del canale è un vettore emotivo molto forte, il web è prima di tutto comunicazione e co-presenza.

WIREFIRE

Autore: Entropy8Zuper!

Paese di provenienza: Stati Uniti/Belgio

Lancio su Internet: 2004

sito web: http://www.entropy8zuper.org/wirefire

software per l’immagine: Adobe Photoshop, Quicktime, webcam

software per il montaggio: Flash

Quest’opera è costituita da uno strumento per raccontare delle storie in rete. Non esisteva una drammaturgia fissa, ma a seconda delle emozioni e dello stato d’animo dei creatori la risultante audiovisuale era differente.

Wirefire era costituito da due sezioni, una pubblica e una di

amministrazione.

La sezione pubblica era la parte del progetto che veniva mostrata in rete ogni giovedì sera al momento della performance. Questa parte era aperta al pubblico.

La sezione di amministrazione era lo strumento che Michael e Auriea utilizzavano per realizzare questa performance. Gli autori hanno creato uno strumento costituito da una griglia di video e suoni che potevano essere selezionati e “proiettati” sullo spazio pubblicodel web in tempo reale. Sia Michael Samyn che Auriea Harvey si sono in un secondo momento personalizzati i rispettivi strumenti software per la gestione delle immagini  e dei suoni.

Questo progetto aveva anche una chat attraverso la quale gli autori dialogavano con gli spettatori, creando un feedback diretto tra artista e pubblico che influenzava anche il risultato della performance.

Quest’opera a livello di struttura ricorda le dinamiche dei cantori omerici o della commedia dell’arte, dove i cantori/attori, dopo aver raccolto il pubblico intorno a sé, intorno al fuoco, intorno al loro carro, iniziavano a declamare storie costituite da moduli unitari che ogni sera venivano

montati con un diverso ordine, a seconda dello stato d’animo del declamatore e della risposta del pubblico. Così Michael Samyn e Auriea Harvey ogni giovedì sera raccoglievano intorno al fuoco del ventunesimo secolo, lo schermo di un computer collegato con altri schermi, un pubblico eterogeneo e globale, che interagendo con loro concorreva nella realizzazione di quella specifica performance.

Wirefire è un collage audiovisuale, che mostra tutti gli stili grafici presenti sul web all’epoca. Riprendendo la tipica estetica dada dell’accostamento randomico e immediato di immagini e suoni,

quest’opera stupisce nella sua eterogeneità e allo stesso tempo unità dello stile.

Differenziandosi dalla classica grafica vettoriale o minimale del web dei primi anni, Michael e Auriea hanno sempre lavorato molto con le immagini bitmap.

Altra cifra della loro opera e in particolare di questo progetto è l’utilizzo di differenti livelli, sia visivi che sonori. L’immagine è composita, multilivello, eppure sempre secondo uno schema preciso: uno sfondo, sia visivo che sonoro, stabilisce l’atmosfera generale della scena, che viene lentamente popolata di piccoli elementi visivi come mani, fiori, bocche e soprattutto le webcam con Michael e Auriea che si spostano sullo schermo.

Intervista

LB: Wirefire è costituito da una parte pubblica e una di amministrazione, potresti dirmi qualcosa riguardo alla seconda, riguardo a come è fatto questo strumento per gestire immagini e suoni?

AH: La nostra interfaccia nella prima versione era completamente personalizzata. I bottoni erano piccoli frutti, fiori, teschi e altro ancora, e c’era una linea dove noi potevamo scrivere un testo da stampare on-line.

Ognuno di noi due venne a capo dell’interfaccia attraverso un’organizzazione tematica per selezionare i vari suoni e le immagini. Per me la divisione era soprattutto legata alle parti del corpo (occhi, orecchie, bocche, mani), mentre l’interfaccia di Michael era molto più caotica con una rappresentazione simbolica di vari elementi.

Nella seconda versione l’interfaccia di questo strumento è diventata più complessa; poiché la tecnologia si era evoluta anche noi la seguimmo e imparammo alcune cose nuove, per esempio non avevamo più bisogno di legare ogni immagine a un file, ma potevamo far cercare file di immagini e suoni dallo strumento sul nostro server. Così l’interfaccia è diventata maggiormente basata sul testo e più flessibile, con diverse novità per mixare immagini e suoni.

LB: All’epoca ho trovato Wirefire molto innovativo, pensate che possa avere ulteriori sviluppi in futuro questa strada?

AH: Mi fa piacere che tu dica questo riguardo al progetto. Abbiamo deciso di fare questa performance una volta alla settimana, per molto tempo, poiché sentivamo il bisogno di farlo per noi e di condividere questa emozione con il pubblico. Queste performance erano molto intime e il pubblico connesso on-line aveva la possibilità di inserire i propri bit all’interno della nostra performance attraverso le loro poesie e commenti. Ogni performance era tematica e unica. È stato un momento unico per la cultura della rete.

A un certo punto abbiamo deciso di smettere anche perché abbiamo iniziato a pensare che internet fosse cambiato e non per il verso migliore. A questo proposito non pensiamo che questo tipo di spettacolo audiovisuale possa avere un futuro on-line. Ha avuto un passato, magari potrebbe avere un presente di qualche tipo, ma di sicuro non un futuro. Gli artisti e il pubblico hanno perso l’occasione di costruire una relazione in un luogo come nessun altro. Sentiamo come la gente non desideri più di credere che internet possa essere un luogo magico o uno spazio per la fantasia. Almeno per Wirefire era un contesto necessario.

LB: Penso che Wirefire sia una testimonianza d’amore tra voi due e verso le possibilità espressive in rete, cosa ne pensi a riguardo?

AH: Sì!!!

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