Live On alla Fortezza da Basso di Firenze: Subsonica
Incominciamo a fare le cose sul serio. A Firenze, alla Fortezza da Basso, in estate, iniziano a fare le cose sul serio. Live On, il Festival di musica internazionale di Firenze è il primo sintomo di un nuovo trend che, speriamo, riporterà nella nostra città, la vera musica internazionale che da tempo era data per latitante nel capoluogo toscano. Colpa di chi, non lo so. O almeno, faccio finta di non saperlo. L’importante è che ritorni. Oltre a tornare, deve accontentare tutti, ogni gusto musicale, ogni radice culturale, ogni provenienza sociale ed ogni età. Io, a Firenze, vorrei vedere contenti, almeno musicalmente, tutti. Eccoli: Keith Jarret per i jazzofili; i Motorhead per i metallari vecchi e giovani; gli scozzesi Mogway, i meno seguiti solo perché meno conosciuti; un’atmosfera anni ’70, tra il rock e l’orchestrale del tributo ai Pink Floyd di Atom Heart Mother con Max Gazzè, e stasera, 21 luglio, i Subsonica, forse gli unici torinesi che riescono a farsi acclamare dal pubblico fiorentino. Pubblico che si presenta numeroso e partecipe di una serata che da tempo non vedevo. È dal 2007 che i Subsonica non producono niente di nuovo, ma sembra che al pubblico non interessi più di tanto. Il concerto è ben strutturato, si parte relativamente piano ed in un crescendo elettronico si arriva quasi al rave party. La capacità che più riconosco ai Subsonica è quella di riuscire ad inserire in ritmi pesanti, piacevoli melodie, cambiando in maniera originale, la metrica dei versi, per riuscire ad inserirle meglio nella trama musicale, cosa molto più semplce da fare in inglese che in italiano. L’unica cosa che mi ha deluso, è l’assenza della scaletta di un paio di brani, i miei preferiti. Non è importante, è solo un fatto personale; 4500 persone hanno ballato e si sono divertite con musica di qualità. Sono contento. Soprattutto per il fatto che sia avvenuto a Firenze.
Antonio Viscido
photo: Antonio Viscido