Gordon Matta Clark
Di Melina Ruberti
Una retrospettiva dedicata al celebre anarchitetto
Con l’occasione del trasferimento delle attività del Centro Arte Contemporanea di Siena dal Palazzo delle Papesse al polo museale di Santa Maria della Scala il centro ospita la retrospettiva Gordon Matta Clark. La mostra aprirà il 6 Giugno e terminerà il 19 Ottobre ed è curata da Lorenzo Fusi e Marco Pierini in collaborazione con l’estate dell’artista. Si tratta del più grande evento espositivo Italiano dedicato all’anarchitetto Matta Clark e uno dei più importanti fra quelli realizzati in Europa attraverso il quale ci si propone di ricostruire la parabola della sua variegata e feconda carriera che ha spaziato fra i linguaggi e i mezzi espressivi più diversi a partire dalla fine degli anni Sessanta fino alla sua prematura scomparsa nel 1978. Il percorso, pur rispettando un andamento cronologico, si articola principalmente per aree tematiche e gruppi di opere. L’apertura è affidata a Garbage Wall (1970), muro costruito con materiali di riscarto e spazzatura che, nelle intenzioni dell’artista, doveva essere un modulo edilizio di facile realizzazione e a costo zero, offerto in risposta alle esigenze dei senzatetto di fronte al fallimento delle politiche dell’edilizia popolare nella città simbolo del capitalismo occidentale, ovvero New York. I primi interventi di Matta Clark avvengono proprio in quelli che saranno poi definiti “non luoghi”, come cortili derelitti, discariche o i piers newyorchesi, all’epoca luoghi malfamati. L’esperienza di Gordon Matta Clark segna l’ evento della coscienza e della consapevolezza ecologica nell’arte (come in Fresh Air Cart del 1972, performance in cui l’artista offriva gratuitamente ossigeno e riposo ai pedoni affaticati dal traffico cittadino) e nel suo intersecarsi con la Land Art di Robert Smithson, inizia a indagare i processi antropici, soffermandosi principalmente sui cambiamenti nel tessuto urbano e sulle trasformazioni delle anarchitetture delle città. L’idea della continua trasformazione della natura si unisce, poi, a quella dell’artista-alchimista. Matta Clark è colui che permette alla materia di evolversi, passare da uno stato all’altro: ed è così che le bottiglie e i vetri trovati per strada vengono accumulati per tonalità di colore e rifusi in blocchi da usare per dare vita a nuove murature. Al complesso di Santa Maria della Scala verranno ricostruite queste esperienze e ricreata l’atmosfera della Soho di quegli anni, grazie a opere di capitale importanza come la serie Reality Properties: Fake Estates (1973) che documenta l’acquisto da parte dell’artista di ben quindici proprietà nel Queens. A completare la mostra è la filmografia pressoché completa dell’artista (che include video, filmati in super 8 e 16 mm) intorno alla quale è stato pensato il percorso espositivo.