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Osservatorio di Cultura Digitale
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Una monografia agile e completa analizza per la prima volta una mostra-simbolo, Les Immatériaux, curata da Jean-François Lyotard, nel 1985, per il Centre Pompidou di Parigi. Francesca Gallo ha condotto una ricognizione a tutto campo – su materiale edito e inedito – che fa rivivere il valore profetico dell’insolito esperimento lyotardiano che per alcuni versi prelude al dilagare della new media art degli anni ’90 e per altri preconizza la portata rivoluzionaria degli antenati di internet, cioè le reti locali. La lettura di Les Immatériaux. Un percorso di Jean-François Lyotard nell’arte contemporanea (Aracne, 2008 http://www.catalogoaracneeditrice.eu/fmi/iwp/cgi?-db=AracneWeb&-loadframes) conduce nel cuore della fenomenologia postmoderna: ingegneria genetica, transgender, quarta rivoluzione industriale, simulacro e virtuale, crisi della narrazione e morte dell’autore, fine della Storia e implosione delle sue partizioni cronologiche, società dello spettacolo e dell’informazione… Lyotard mette in scena tutto ciò, consapevole della natura innovativa della propria proposta, ma senza preoccuparsi del senso di spaesamento che avrebbe inevitabilmente colpito il pubblico: il libro, infatti, permette di sbirciare dietro le quinte di quel cantiere intellettuale e creativo d’eccezione, ma ha il merito di restituire anche le critiche suscitate da Les Immatériaux, e che probabilmente sono state all’origine dell’oblio che ha avvolto l’esposizione fino a poco tempo fa. La passione e la curiosità di Lyotard per l’arte contemporanea sono testimoniate dalla quantità di opere di diverse correnti, alcune di autori di inalterata rappresentatività, altre invece di artisti poco noti al grande pubblico, ma le cui ricerche erano in sintonia con il cambiamento epocale che Lyotard aveva da tempo intuito. Lo studio di Francesca Gallo, infatti – sebbene parco di illustrazioni – dà conto dei lavori di Joseph Kosuth e Janis Kounellis, di Marcel Duchamp e Yves Klein, di Dan Flavin e Moholy-Nagy selezionati dall’equipe curatoriale accanto a quelli di autori meno conosciuti, tra cui il pittore Jacques Monory, le artiste Annegret Soltau e la coppia Klonaris & Thomadaki, senza dimenticare le diverse forme di interattività proposte da Catherine Ikam o da Jaen-Luc Boissier, gli ologrammi, e la computer art ancora agli esordi.

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