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Osservatorio di Cultura Digitale
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Complessità vs. complicazione

Marzo 29, 2011 By: admin2 Category: Articoli

Di Fabrizio Pecori

A Toscana Lab 2.0 Donald A. Norman ha presentato il suo nuovo libro Vivere con la complessità

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Da uno studioso del design contemporaneo del calibro dell’autore de La caffettiera del masochista non potevamo certo attenderci una disillusione.

E certo il suo intervento, così come la nuova pubblicazione appena uscita in traduzione italiana per Pearson, ha rispettato pienamente le aspettative che ogni suo lettore appassionato si sarebbe potuto attendere.

Il gioco leggero quanto profondo che l’autore ha deciso di utilizzare come scenario delle proprie argute riflessioni è quello della dicotomia complessità e complicazione.

Recuperando, non potrei asserire quanto consciamente, la quinta eredità che Italo Calvino ha affidato alle nuove generazioni nelle sue Lezioni americane (quella legata alla Molteplicità), Donald gioca sulla “tensione” che viene messa inevitabilmente in campo quando il design industriale e quello della comunicazione si trovano davanti al difficile ed oneroso compito di dover tradurre la complessità della vita.

«La complessità è parte del mondo, ma non deve lasciarci perplessi:» – esordisce l’autore – «possiamo accettarla, se crediamo che sia il modo in cui le cose devono essere.»

E Donald, sempre pronto a lasciarsi solleticare – tanto come teorico che come designer – dalle sfide che lo incuriosiscono, ed ecco come riepiloga la spinta propulsiva dalla quale sono nati gli esempi e le riflessioni di questo libro ad ampio respiro: «La mia sfida è esplorare la natura della complessità e apprezzarne la profondità, la ricchezza e la bellezza ma al contempo combattere le complicazioni non necessarie, la natura arbitratria e capricciosa di gran parte della nostra tecnologia».

In altre parole: se la complessità è parte necessaria (ed in fondo affascinante e ricca) dell’universo in cui viviamo, non altrettanto può dirsi della complicazione delle interfacce che regolano il rapporto tra uomo ed universo e le comunicazioni più o meno mediate tra uomini.

Il design dovrebbe immancabilmente prendere a riferimento due chiavi fondamentali per il controllo: comprensibilità e comprensione.

Giusto per riprendere due esempi fondanti delle riflessioni proposte in Vivere con la complessità, possiamo tranquillamente asserire che la cabina di pilotaggio di un aereo contemporaneo, per quanto impossibile da utilizzare persino per un pilota che non sia un conducente di linea, rappresenta nel modo di raggruppare ed evidenziare gli strumenti in blocchi logici dotati di significato un livello di complessità adeguata.

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Non altrettanto potremmo dire delle comune porte dei locali pubblici ove la direzione per l’apertura necessita quasi immancabilmente di comunicazioni verbali o simboliche che sovente rappresentano difficoltà per coloro che non sono in grado di comprendere la lingua nelle quali le informazioni sono espresse. Eppure non sarebbe poi così difficile dotarle di significanti più intuitivi ed efficaci. Ad esempio una semplice maniglia impugnabile, soprattutto se contrapposta alla mancanza della stessa sul lato opposto, offre un chiaro segnale che si deve afferrarla con la mano e tirare; mentre la presenza di una semplice piastra rappresenta certo un segnale efficace circa la necessità di spingere e non trascura di indicare il punto esatto in cui esercitare più efficacemente la pressione.

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Certo, confessa Donald A. Norman, vivere con la tecnologia è una sfida sfida continua, ma sempre più necessaria. La strada che ci porterà a soluzioni sempre più efficaci ed “usabili” deve e sempre più dovrà essere concepita come una operazione da affrontare in team tramite la collaborazione attiva tra progettisti ed utenti.

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