My MEDIA

Osservatorio di Cultura Digitale
Subscribe

Anteprima dallo Speciale di My MEDIA dedicato al Festival della Creatività di Firenze

Ottobre 06, 2010 By: admin2 Category: Articoli

Le impervie vie olistico-locali

Di Fabrizio Pecori

Nel corso delle mie letture giovanili ho incontrato Dirk Gently, improbabile investigatore olistico frutto della straordinaria penna di Douglas Adams (già autore della fortunata serie della Guida galattica per gli autostoppisti), che è riuscito a dedurre l’esatto meccanismo di un omicidio dalla presenza di un cavallo nel bagno di un appartamento che assolutamente niente aveva a che fare con l’investigazione in corso: i sospetti, i luoghi o qualsiasi altro collegamento ignorato dal pensiero olistico.

Ora, noi – quotidiani abitanti del glocale – non abbiamo certo alcuna difficoltà nel riconoscere le leggi che regolano la «fondamentale interconnessione fra tutte le cose», per la quale abbiamo coniato il lemma “olismo”. Sappiamo, però con certezza, che certe manifestazioni del pensiero abbisognano per giungere alla loro comprensione di una tassonomia in divenire e di un pensiero collaborativo. Questa è proprio la ricetta che sta alla base della presente edizione del Festival della Creatività di Firenze, ovviamente dedicato alle figure del Brainstorming.

Io, che interconnesso lo sono ormai di natura, mi permetto di proporre a tutti voi un flebile motivetto di fondo (che certo non vuole assurgere al ruolo di chiave di lettura) da far riecheggiare nelle riflessioni durante l’ascolto e la visione: voglio battezzarlo – in contrapposizione con le sempre più insistenti istanze Glocal – Olistica Locale.

In sintesi ciò che vi propongo è di provare di quando in quando a cercare di comprendere come il Locale sia solito pensare a se stesso in termini di Globale, a come sia sempre esistita una forma di localizzazione del globale che inverte e contamina i termini del pensiero.

Lo spazio a disposizione è poco e posso proporvi un unico esempio esplicativo:  all’inizio di agosto – mentre ero ancora in viaggio tra Uganda, Rwanda e Congo – le cronache internazionali riecheggiavano un fatto  decisamente grave, da Google Maps erano scomparse una regione del Kashmir e l’intero Arunachal Pradesh, che entrate a far parte della Cina.

Tra mille contese geopolitiche siamo venuti a scoprire che le mappe satellitari – ritenute unanimemente la versione più avanzata della topografia mondiale – sono soggette a differenti interpretazioni locali in funzione del punto di vista nazionale di chi le consulta. In pratica l’errore – se poi di errore si tratta – è stato imputato dai responsabili del servizio offerto da Google ad un non meglio spiegato “mescolamento” di dati tra maps.google.com e ditu.google.cn (ovvero la versione ufficiale del mondo in accordo con i governatori della Cina).

googlemaps_cinese

La fantapolitica che ne è seguita ve la lascio immaginare, o cercare tra i milioni di risvolti documentati nei vari motori di ricerca internazionali. Ma una cosa è emersa chiaramente: Google enumera tra i suoi servizi 32 versioni di Maps, ognuna delle quali rispecchia le leggi e le cognizioni locali.

Così, mentre il Brainstorming Internazionale proporrà le proprie istanze nella bella città che ha ospitato i miei natali, mi piacerebbe che di tanto in tanto emergesse nei vostri pensieri e considerazioni il “ritornello” che vi ho proposto. Sono certo che potrà assicurare una valenza costruttiva alla difficile operazione della ponderazione e della moderazione. Il resto al Festival della Creatività.

Comments are closed.