
Apre anche quest’anno a Bologna per la decima volta F.I.S.Co. (Festival Internazionale dello spettacolo contemporaneo), curato da Silvia Fanti per Xing. Inizia venerdì 8 aprile e prosegue per una settimana. Comprende l’arte considerata da un punto di vista trasversale come arte performativa in primo luogo e, seguendo la tradizione della storia della performance degli anni ’50 e ’60, si occupa di teatro, di danza, di performance più brevi, che punteggiano vari luoghi della città, animandoli con interventi di diversi artisti. Questo festival dimostra con la sua regolarità e con il carattere sperimentatore degli interventi degli artisti come il linguaggio della performance non sia affatto morto, come affermano alcuni critici, e abbia invece delle interessanti espressioni in tutto il mondo.
La serata di questa sera al teatro Sì di via San Vitale 67 è dedicata ad un artista statunitense, già noto mediante questo festival, chiamato Zachary Oberzan. Questo artista ben rappresenta anche lo sviluppo che in questi anni ha avuto il concetto di performance, che per certi aspetti si appaia con uno sviluppo analogo della videoarte. Infatti l’artista opera inserendo le proprie performance rigorosamente in un film, anche lunghi, come l’opera del 2009 Flooding with love for the kid, che in realtà è un verio e proprio film, con il ritmo, i tagli, la narrazione e la musica di un film. Ed in questo si può trovare una similitudine con la videoarte degli ultimi anni, che anch’essa si è arricchita di una lunghezza, precisione ed andamento cinematografico, richiedendo, si pensi ad autori come Douglas Gordon o Steve McQeen, delle vere e proprie stanze di musei e gallerie adibite a piccole sale cinematografiche con grande schermo. Ma non si può tuttavia definire il lavoro di Oberzan nella tradizione della videoarte tout court, poiché la particolarità dei suoi film è quella di avere proprio l’artista come protagonista di tutti i diversi ruoli che appaiono nei suoi film. Per il lavoro citato sopra ad esempio l’autore interpreta i ruoli degli attori in Rambo, travestendosi con pochi elementi essenziali in Rambo ovviamente, nel maestro affezionato alla figura dell’eroe, nel suo antagonista, il caparbio e miope poliziotto della cittadina di periferia dove Rambo ha la ventura di trovarsi ed essere perseguitato e altri personaggi di contorno, appartenenti alla tipizzazione di figure borghesi e normali della società americana. L’opera che si vedrà stasera ha per titolo Your brother. Remember? e anch’essa, secondo la tradizione dell’artista di sapore tutto postmoderno nella sua trama svrastrutturale rispetto a film di cassetta, riprende film d’azione visti durante la sua infanzia con il fratello, si tratta di Kickboxer con Jean-Claude Van Damme e il mondo-movie Faces of Death. Anche qui con ritmo e prestanza fisica il nostro interpreta i diversi personaggi girando il film nel suo piccolo appartamento di 65 metri quadri di New York e dando quindi veramente un sapore performativo al film, anche questo un lungometraggio. Le saghe del performer e videomaker statunitense si possono godere nei trailer scaricabili nel suo sito www.zacharyoberzan.com. Il montaggio ha un ritmo veloce di carattere cinematografico e ama il pastiche tra i vari generi, poiché inserisce accanto alle scene minuziosamente ricostruite e rappresentate dall’artista anche found footage di video e film del passato, in una inedito miscuglio ben dosato di passato e contemporaneo. Il richiamo potrebbe essere anche al rimescolamento dei generi utilizzato da grandi cineasti citazionisti come i fratelli Cohen e Quentin Tarantino. Quindi tutto si svolge nella tradizione del cinema puro, ma anche ampliando i confini della pratica della performance che diventa un linguaggio diffuso, da ritmi larghi, comprensiva e manipolatrice di vari linguaggi. Ad esempio, anche lo straordinario curriculum vitae che si trova nel suo sito è un cortometraggio di poco più di quattro minuti, dove l’artista impersona un impiegato che da dietro una scrivania legge o presenta (allo spettatore) il proprio curriculum, che però sembra vivere di vita propria, gli sfugge di mano e finisce in una straniante botola nel pavimento, cadendo nella quale il nostro personaggio cambia di livello e si trova in un paesaggio, di seguito insegue il foglietto in un fast food tipicamente americano di tanti film, emerge dalla sabbia in una spiaggia deserta, fino a che tra varie semplici quanto apparentemente avventurose peripezie si ritrova di nuovo il foglietto tra le mani, ritornando al punto di partenza. Certo questa struttura narrativa risente dei vari livelli che devono essere superati per accedere a un mondo superiore nei videogames soprattutto di guerra, cui è evidente che l’immaginario del nostro artista si è rifatto, dimostrando così un suo leit motiv che è quello della citazione, nel rifacimento performativo, dissacrante e ironico, con punte interessanti anche di rifacimento del cinema classico surrealista.
Il programma del festival si può reperire nel sito di Xing www.xing-fisco.it.
Carmen Lorenzetti