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Osservatorio di Cultura Digitale
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Archive for Dicembre, 2009

Pesci Poeti di Ennio Bertrand

Dicembre 18, 2009 By: admin2 Category: Comunicazioni

comintatoquartiere

Progetto arte ARS-KA

a cura di Donato Prosdocimo presenta

PESCI POETI

di Ennio Bertrand

musiche Alessandro De Caro

editing Angela Mongelli

pesci rossi

Installazione interattiva per pesci rossi musicisti

Inaugurazione: 11 dicembre 2009 ore 18:00

Corso Regina Margherita, 47 – 10124 Torino

Orari d’apertura dal 12 al 20 dicembre: dalle 17 alle 20

Per informazioni: 347 8138210

www.comitatoquartierevanchiglia.net


PESCI POETI è il risultato della complessa e felice evoluzione dell’opera interattiva Lux sonet in tenebris del 1992.
Nella versione attuale saranno dei pesci rossi a interagire con una sorgente luminosa che, interrotta dal loro movimento all’interno dell’acquario, genererà suoni in un continuum estraniante e poetico.
I Cieli di velluto appartengono al periodo della sperimentazione con i LED iniziato alla fine degli anni ’80. Su teli di velluto blu, che rimandano immediatamente alla percezione della volta celeste, sono inseriti centinaia di LED che, comandati da transistor, si illuminano e pulsano creando un effetto visivo ed emotivo di grande impatto.
pescirossi2
La struttura musicale di PESCI POETI è composta di differenti partiture a cui è concesso un tempo predefinito di esecuzione, trascorso il quale si passa alla partitura successiva. Come un foglio che venga voltato.
I suoni di ogni partitura possiedono un loro preciso riferimento spaziale interpretato da una telecamera, stabilito a priori durante la composizione del materiale sonoro nel software dell’installazione. Ogni suono, virtualmente contenuto da ciascuna area viene attivato dal passare dell’ombra dei pesci. Quindi il movimento aleatorio degli animali attiva uno o più suoni della partitura che, eseguiti nella sequenza o contemporaneità stabilita dai pesci, divengono nel loro sviluppo temporale il brano musicale.

pescirossi3

Ennio Bertrand impiega nel suo lavoro immagini e tecnologie digitali.
Le sue opere – fotografie, sculture e composizioni di luci, suoni, video, installazioni interattive – ripropongono minuscoli eventi, isolati dal flusso indistinto di informazioni e immagini che saturano le soglie della percezione, e quindi dilatati come sotto la lente di un microscopio da laboratorio.
Così nascono i Cieli, preziosi velluti trapuntati di piccoli LEDs che si illuminano con ritmi minimali, o i pannelli modulari in vetroresina che mimano le strutture dei circuiti elettronici dei computer ampliando e distorcendo ironicamente le dimensioni e la forma razionale che rigidamente sorregge la funzione.
Le sequenze di fotogrammi televisivi riorganizzate in micro racconti di due, quattro o più immagini, si impongono con la forza di un tempo infinito nonostante provengano da una visione di frazioni di secondi.
Le installazioni sonore sono spazi interattivi in cui ogni movimento, nostro o di altri esseri viventi, viene amplificato e tradotto in suono, parola, immagine cangiante. O ancora, le repliche – per ora inanimate – di personaggi celebri tratti dalla storia dell’arte, sculture ottenute esclusivamente attraverso sistemi computerizzati, senza alcun intervento manuale e virtualmente riproducibili all’infinito.
È membro dell’associazione Ars Tecnica fondata nel 1988 a Parigi Parigi presso “La Cité des sciences et de l’industrie, La Villette” e cofondatore di Arslab, Arte Scienza e Nuovi Media a Torino nel 1996.

Seminario Sicurezza Informatica e Telematica a Greve in Chianti

Dicembre 14, 2009 By: admin2 Category: Comunicazioni

seminariosicurezzagreve

Della email e di altri demoni

Dicembre 14, 2009 By: admin2 Category: Senza categoria

emailfumelli

Di Francesco Fumelli

La posta elettronica (come del resto la totalità di Internet) è la più grande invenzione lasciateci dalla guerra fredda L’email in particolare – tra tutti i servizi resi possibili da Internet – ha rappresentato sin dall’inizio una vera rivoluzione nell’uso del computer ed ha costituito un reale amplificatore della produttività e della capacità personale di comunicare in maniera globale.

Usata impropriamente (specie se in volumi eccessivi) tuttavia la posta elettronica può diventare una sorta di schiavitù e un problema. Da utente “evoluto” della posta elettronica (che da ora in avanti definiremo semplicemente email) provo a sintetizzare alcuni suggerimenti utili per un suo utilizzo efficace.

Ho spedito (e letto) i primi messaggi via computer attraverso la rete ITAPAC nei primi anni 90, quando Internet era ancora un privilegio raro (e costoso) per pochi. Erano i tempi dei newsgroup USENET e delle prime chat, prima dell’avvento del Web su larga scala. Da allora molti, moltissimi messaggi email sono transitati sui miei computer. Per lavoro, per svago e per ogni altro motivo ne sono quindi un tipico utilizzatore massivo. Nessuno penso possa sostenere che l’email non sia comoda e rapida e soprattutto poco costosa. Il più utile ed immediato dei moderni mezzi di comunicazione. Proprio per questo non perderò tempo a scrivere perché l’email sia una grande invenzione e tutti gli aspetti per i quali è decisamente utile. Esistono – ma ovviamente non condivido – le tesi che la vedono come una attività capace di minare la produttività aziendale o personale.

Tuttavia non si può non riconoscere che quando ci si trova immersi in un flusso continuo di messaggi tra PC, Blackberry e altri device “always online” la gestione della propria email diventa un fattore molto importante della propria vita privata e professionale.

Chi – rientrando dalle ferie – si è trovato a smaltire centinaia di email arretrate “libere” nella propria inbox, può docilmente capire di cosa parlo.

Tra beep, avvisi popup e notifiche di messaggi, il rischio è che il proprio tempo diventi qualcosa di simile all’intervallo sospeso tra una email e l’altra. Se non si adottano poche semplici regole l’email irrompe nel proprio tempo e disturba la concentrazione.

Questo breve testo propone alcune tecniche utili per far fronte all’impatto del crescente (e talvolta abnorme) volume di email da gestire.

La finestra di attenzione

Primo fattore a rischio è l’impatto sulla propria attenzione. Per lavorare, progettare e pianificare – insomma quando si eseguono lavori cerebrali – occorre trovarsi in uno stato di concentrazione attiva, profondo e prolungato. La finestra della concentrazione attiva o creativa, (quando la parte destra del cervello assume il controllo dei processi) richiede secondo alcuni studi un tempo medio di almeno 3-4 ore per andare a regime. Questo tempo comprende l’ingresso nello stato di concentrazione ed il suo mantenimento. Sulla misura effettiva di 3 ore, 2 o 4 si può discutere e non esiste un parere univoco, anche se su web si trovano molti di studi a riguardo. Tuttavia è evidente come un certo tempo per questa attività debba essere messo in conto. Questo tra l’altro spiega perché solitamente (nei lavori cerebrali) si produca meglio di notte, un periodo di tempo dove usualmente non si viene interrotti di frequente. Non è interessante per questo testo approfondire la misura di questa finestra temporale, (che può variare anche da soggetto a soggetto o da lavoro a lavoro), ci basti accordarsi sul fatto che un tempo che chiameremo “finestra di concentrazione” è un dato di fatto.

Un flusso asincrono

L’email è una forma di comunicazione asincrona che – a differenza della comunicazione faccia a faccia o telefonica – è sempre “differita” e non richiede la presenza dei due soggetti all’interno dell’information loop nel medesimo momento.

Questo è senza dubbio un aspetto positivo, perché ognuno può scegliere quando leggere e rispondere ai propri messaggi, in accordo con il proprio tempo e la propria vita.

Il primo dei problemi nella gestione dell’email, trova origine nella abitudine di molti utenti (sempre di più) di lasciare il proprio client (il programma per leggere e rispondere alla posta elettronica) sempre attivo ed in lettura automatica. Questo è il primo comportamento da evitare se non si vuole interrompere la propria finestra di attenzione.

Ogni messaggio in arrivo infatti ha il potere di distrarre, anche se messaggio ininfluente o addirittura spam.

Questo effetto sarà tanto peggiore quanto più invasive saranno le notifiche attivate, beep, finestre e popup. Inoltre chi lascia il proprio client email sempre aperto, tende a pretendere risposte immediate alle email che invia. Chi di noi non ha mai pensato: – Cavolo, Luca non mi ha ancora risposto! E pensare che gli ho scritto da quasi 1/4 d’ora…

Il client di posta

Il pessimo uso del client di posta si declina in specifico in 2 comunissimi errori:

1- Lasciare aperto il programma continuamente. Con la lettura della posta automatica a intervalli regolari.

2 – Configurare il programma per presentare avvisi visivi o sonori (notifica) per ogni mail ricevuta.

Allo stesso modo chi possiede un Blackberry dovrebbe spegnere le notifiche delle email in arrivo. Lasciate attive quelle per le chiamate e gli SMS ma ammutolite senza pietà la notifica delle email. E’ per la vostra sanità mentale…

Gestire la posta elettronica richiede del tempo e buone tecniche di filtraggio. Lo spam è – paradossalmente –  la tipologia di email più facile da gestire, è immediatamente riconosciuto come tale e cestinato. Le email personali sono anch’esse facilmente gestibili, solitamente si risponde velocemente e senza perdere molto tempo: – Ciao Marco, ok ci vediamo stasera a casa di Elisa – chiama tu Martina.

Le email di lavoro – specie quella che si possono definire “task oriented” – sono invece le più impegnative. Necessitano di risposte celeri e al tempo spesso ponderate e per questo causano una evidente caduta di attenzione rispetto alle attività in corso.

Per gestire, capire e rispondere a questo tipo di email occorre soffermarsi, valutare e pensare.

Sono queste generalmente le email che ci vedono maggiormente combattuti tra la necessità di rispondere celermente (ci si aspetta da noi una risposta rapida) e l’esigenza di non perdere la concentrazione sul lavoro in atto. Anche la messaggistica istantanea (Messenger, iChat, Gtalk, Skype e altri) è una enorme fonte di distrazione. Personalmente non ne faccio largo uso, tuttavia la trovo anche peggiore della posta elettronica – quanto a capacità di distrazione – per le continue notifiche che intervengono (anche solo per segnalarci che uno dei propri contatti è passato online o offline).

Strategie 

Ovviamente la soluzione a questo scenario non può essere il semplice “non leggere la posta”. Anzi, il mio consiglio è di approfittare di ogni interruzione che si presenti per farlo. Una telefonata, la visita di un collega, la pausa caffè. Ogni momento di interruzione e distrazione (comunque provocato) è il candidato ideale per la lettura della posta elettronica.

Personalmente ho l’abitudine di leggere la posta ad ogni telefonata. In ogni caso il ragionamento da fare è ormai interrotto, posso leggere la mail.

Ecco un dialogo divertente e probabilmente non così paradossale (la scena si svolge in ufficio davanti alla macchinetta del caffè):

Luca: Ciao, come stai?

Lucia: Benissimo…tu?

Luca: Bene, senti hai visto la mia email sul problema di Clippex?

Lucia: No, scusami, oggi non ho ancora guardato la mia posta…

Luca: COSA???!! Ma sono le 9.30! si batte la fiacca eh!? 

Devo ammettere di essermi trovato a volte nei panni di Luca e a volte in quelli di Lucia. Spesso si pretende che una email inviata alle 9 sia già stata evasa dal destinatario alle 10. Occorre invece prendersi il tempo per rispondere. Si può discutere a lungo circa il tempo medio di risposta atteso. Ovviamente la prima variabile è il tipo di lavoro. Se ci si occupa di assistenza clienti ad esempio 2 o 3 ore possono anche essere molte.

Se tuttavia il vostro lavoro non vi espone direttamente alle problematiche di help-desk o customer-care, non avere letto una mail in due o anche tre ore non significa affatto essere improduttivi e non è comunque cosa di cui vergognarsi.

Loop infinito

Una delle trappole in cui l’email ci porta a cadere spesso è quella del problem solving infinito.

La posta elettronica è un mezzo di comunicazione, si mandano e si ricevono messaggi a e da altri soggetti. Alcuni di questi sono trasmissione di dati semplici, altri sono “rumore” e alcuni (molti di quelli di lavoro) sono richieste di analisi e problem solving. Si parla di un problema, si formulano scenari, domande, si ipotizzano risposte, possibili soluzioni e modalità di approccio. Nulla di sbagliato. Anzi la posta elettronica è un buon mezzo per capire e gestire problemi. Permette di storicizzare le discussioni, cercare, confrontarsi ed approfondire.

Sfortunatamente esistono alcune tipologie di problemi che non si risolvono mai solo con lo scambio di mail. Quando incontrate uno di questi problemi (che riconoscete perché vi portano in un vortice infinito) è il momento di fermare la catena delle email e agire diversamente.

Mail lunghissime “task oriented” con liste di cose da fare che si aggiungono via via a 2, 4, 8 o 16 mani prima o poi fanno perdere il senso stesso della discussione. L’analisi delle funzionalità di un software o le discussioni sulle misure tecniche da adottare per una procedura, sono esempi di una discussione via email che può crescere a dismisura avvitandosi sempre su se stessa.

In questo caso può servire spezzare la singole email in varie più piccole – tematiche – (usare bene il campo “subject“) o spostare il mezzo di discussione verso riunioni o colloqui a voce. La lunga mail di dibattito tecnico “task oriented” (specie se tra più di due soggetti) tra l’altro tende a portare i partecipanti ad ignorare le posizioni altrui per ribadire ad oltranza le proprie tesi. Raramente via email si riesce a dibattere a lungo attorno a questioni tecniche senza che si stabiliscano posizioni preconcette. Qualche esempio di scambi di email improduttive? Ecco alcuni temi (testati personalmente) su cui potete cimentarvi:

Mac vs. Windows o iPhone vs, Blackberry. Ancora: meglio MS Office o OpenOffice? oppure: Windows è un sistema sicuro?

Queste stesse tematiche – se gestite ad esempio in una conference call via Skype – portano i partecipanti verso posizioni più pragmatiche e meno radicali.

Questo non significa che la posta elettronica non sia un grande strumento per il problem solving in genere, semplicemente quando la discussione arriva al punto da generare più rumore che chiarimenti, è necessario cambiare media.

Infiammarsi (flaming)

Per motivi a me ignoti ogni emozione personale (specie se negativa) viene amplificata profondamente dalla comunicazione tramite email. Se ci si sente di essere (anche moderatamente) critici verso una persona, conviene desistere da una risposta via email.

Capita spesso poi che una email venga percepita come critica dal soggetto ricevente, anche se il mittente non desiderava lo fosse. In questi casi, se ci si accorge dell’equivoco è utile cambiare media. Una comunicazione diretta verbale o una telefonata sono consigliabili per superare l’impasse.

La tendenza altrimenti porta ad esacerbare le posizioni, guidando i soggetti coinvolti verso un irrazionale irrigidimento sulle proprie tesi.

Se si intende essere critici e si vuole far capire al soggetto che ha (ad esempio) scritto una inesattezza, aiutarsi con le emoticons mettendo una faccina sorridente per smorzare i toni della comunicazione. In ogni caso non usare punti esclamativi e forme rafforzative per concetti negativi espressi come giudizio personale. Ad esempio:

Da: Luca

A: Marco

Marco, scusami ma la cosa che hai scritto è sbagliata, dovresti studiare meglio il manuale prima di scrivere simili inesattezze!

E’ diverso da leggere:

Da: Luca

A: Marco

Marco, scusami ma la cosa che hai scritto è sbagliata, dovresti studiare meglio il manuale prima di scrivere simili inesattezze :-))))

La seconda appare più ironica e molto meno offensiva. Potenza della faccina sorridente. Sia le problematiche da “loop infinito” che le “critiche personali via email” sono rese ancora più gravi dalla pratica del “copying“. Per copying si intende il mettere altri soggetti in cc o bcc (in copia visibile o nascosta) ad una o più email.

Si tratta di una pratica che spaventa coloro che sono nuovi all’uso della mail e che in generale deve essere gestita con attenzione. Posso dire che esistono pochi motivi per usare il CC. Il BCC poi è spia di un problema di rapporti e di evidenti incomprensioni (nella maggior parte dei casi) e non esiste un motivo valido di usarlo se non per fare lo “sgambetto” a qualcuno.

In generale una regola d’oro è che maggiore è l’audience (i destinatari inclusi nella email), peggiori e più grandi le incomprensioni che ne possono scaturire.

Abbiamo detto che è da evitare ogni critica personale via email, ed è evidente che essa è ancora più grave se vengono indicati anche altri destinatari.

Se un problema è dibattuto solo tra le persone effettivamente coinvolte, sarà più semplice trovare accordi e compromessi. Se altri soggetti verranno coinvolti – anche solo per conoscenza – i soggetti operativi si irrigidiranno sulle loro posizioni.

Forma e contenuto

Occorre essere giudiziosi nell’uso della mail. Questo significa seguire poche semplici regole formali su come quotare correttamente e scrivere sempre in modo corretto ed educato. La posta elettronica è un media piuttosto “rilassato” è vero, ma questo non vuol dire che sia appagante ricevere email mal quotate o piene di errori di ortografia. Non scrivere mai in MAIUSCOLO se non quando serve (scrivere maiuscolo equivale a gridare), evitare le email con sfondi, suoni, o icone animate, la foto del gatto o dei figli perennemente allegata e altri orpelli barocchi.

Anche i logotipi in formato grafico sono da evitare, come la piaga dei messaggi in HTML. Impostate il vostro client di posta per non accettare la posta in HTML e fate sapere in giro che non la accetterete mai.

Ogni persona a cui si invia una mail perderà del tempo per gestirla e leggerla. Per questo ogni messaggio deve essere mandato con una ragione. Una semplice mail di ringraziamento o di saluto non è di per sé un male, basta non esagerare.

Mai inoltrare le catene di S. Antonio: cestinate senza pietà la bambina leucemica, la raccolta fondi per i vecchi del sanatorio, la lotteria fortunata e il vecchio zio delle Antille che vi chiede aiuto per incassare una enorme eredità. Sono tutte bufale che non devono essere fatte girare, specie se con allegati.

Non inoltrate neppure le email che richiedano la firme per petizioni, sottoscrizioni e lotterie. Se volete indirizzare amici e conoscenti verso questo tipo di cose usate i social network, luoghi adatti anche alla discussione e alla promozione e pubblicazione di link. Non spedite ad altri quello che voi stessi non vorreste ricevere.

Veniamo alla gestione degli indirizzi dei destinatari. Ci sono persone che per abitudine mettono un intero gruppo di soggetti in copia per ogni singola email che spediscono. Che sia per farsi vedere bravi e attivi agli occhi dei superiori o semplicemente per dimostrare che “stanno lavorando” o sono “più bravi degli altri” poco importa, ritengo questo comportamento deprecabile e mi trattengo spesso dal rispondere al mittente: “perché sono stato messo in copia?

La regola è: se un dato soggetto non ha un motivo diretto e operativo per essere aggiunto alla lista dei destinatari, non deve essere incluso. Mai.

Anche qui, vediamo la cosa con un esempio: Spedisco una email a Marta. Marta mi risponde mettendo in copia altre 8 persone. Io rispondo nuovamente solo a Marta (come è giusto non utilizzo “rispondi a tutti“), Marta mi risponde nuovamente mettendo in cc i soliti 8 indirizzi.

Questa cosa accade spesso, ed è profondamente scorretta. Ricordare sempre che per l’ email vige la regola d’oro del “tanti meno tanto meglio”: meno soggetti sono coinvolti nella comunicazione, più la soluzione sarà semplice e rapida e si riusciranno a risolvere i problemi.

Ogni cosa a suo tempo

La posta elettronica incoraggia la comunicazione immediata, ma questo non significa che non ci si possa (e si debba) prendere il tempo necessario per gestirla! Anche riguardo la stesura delle email è buona cosa non farsi prendere dalla fretta, specie se si tratta di documenti importanti, personali o professionali.

Rileggere sempre i messaggi prima di inviarli, se occorre farlo in un secondo tempo salvarli con la funzione bozza del programma di posta o scriverli fuori da questo come semplici file di testo. In ogni caso non privilegiare i tempi di stesura a scapito della qualità. Una email ben scritta a volte vale molto più di una email immediata. Se usate un Blackberry o comunque vi trovate in situazione di mobilità, resistete (almeno per le email importanti) all’impulso della risposta immediata. Non sempre in queste condizioni si riescono a comporre testi impeccabili. Infine ricordate che una email è a tutti gli effetti un documento permanente.

La posta elettronica è un normale testo che viaggia in rete, transita su vari server e può essere salvato anche per lunghi periodi. Se dovete scrivere qualcosa che oggi (o un domani) non vorreste mai vedere pubblico, non scrivetelo per email. Se volete spedire informazioni riservate e sensibili utilizzate sistemi di crittazione adeguati.

Le emoticons più importanti

Le emoticons – come abbiamo visto – possono aiutare ad arricchire di emozioni i messaggi testuali, smorzandone i toni troppo accesi o polemici.

Le “faccine” sono veramente tante e ce ne sono anche di difficile utilizzo. Le più utili non sono comunque più di una decina, vediamo le principali:

🙂                     faccina sorridente

🙁                     faccina triste

🙁                    faccina triste (con naso)

🙂                    faccina sorridente (con naso)

😉                    faccina furbescamente ammiccante

😡                   bacio sulla bocca

:-b                   faccina con lingua di fuori

😀                  faccina stupita

😮                   faccina sorpresa

Pillole di netiquette

Riassunto delle minime regole di “netiquette” per l’uso della email (alcune sono da applicare anche per gli SMS). Si tratta di poche semplici regole per il buon comportamento dei cittadini digitali che conviene ricordare sempre nello cambio di informazioni testuali.

– Usare le “faccine” per ammorbidire la comunicazione

– Non inoltrare mai catene di S. Antonio o affini

– Se occorre inoltrare un messaggio, girarlo integralmente con il comando inoltra. Non a pezzi con il copia e incolla o omettendone parti. Inoltrare il messaggio comprese le intestazioni e gli indirizzi. Verificare prima che il contenuto del messaggio non possa essere in alcun modo offensivo per il destinatario cui verrà inoltrato.

– Alcune cose devono essere dette faccia a faccia. Se vi trovate in uno di questi casi, non pensate neppure all’uso di SMS o email. Avete mai pensato di sbarazzarvi del vostro fidanzato/a al telefono? Via SMS (o email) è ancora peggio.

– Usare il tono più neutrale e costruttivo possibile, non essere mai radicali nelle posizioni.

– Non scrivere usando solo lettere MAIUSCOLE, è considerato come gridare.

– Tenete conto del livello di “cultura digitale” del vostro destinatario. Se si tratta di un utente “niubbo” potrebbe non conoscere le “faccine” o le abbreviazioni (come LOL o IMHO) Essere sempre chiari ed esplicativi con chi ha meno familiarità nell’uso della rete

– Non replicare ad un messaggio offensivo quando si è alterati. Attendere di far sbollire la rabbia prima di scrivere la risposta.

– Non abusare dei messaggi di testo o delle email.

– Non usare mai il BCC (copia carbone nascosta). Se pensate di farlo probabilmente siete di fronte ad un problema di rapporti che esula dalla posta elettronica.

– Non mettere in CC (copia carbone) nessun soggetto che non sia attivamente coinvolto. Mettere in CC tutti, capi, colleghi e portinaia è una brutta abitudine. La regola è che meno soggetti sono coinvolti, meno rumore si scatena e più le cose sono gestite senza problemi.

Quale casella di posta?

Importante è anche una buona piattaforma di gestione della posta. Personalmente sono un fan di Gmail, la mail di Google. Gmail permette di accorpare in un unico sistema tutti i propri account di posta (anche attivati presso altri provider). E’ compatibile IMAP e si interfaccia perfettamente con iPhone e Blackberry.

Gmail ha inoltre una interfaccia web molto comoda e rapida con potenti filtri e tag e mette a disposizione dell’utente la potenza degli strumenti di ricerca di Google dentro la posta elettronica.

 


http://it.wikipedia.org/wiki/Posta_elettronica

 http://it.wikipedia.org/wiki/Emoticons

 http://it.wikipedia.org/wiki/Quotare

 http://it.wikipedia.org/wiki/Netiquette

http://it.wikipedia.org/wiki/LOL

 http://it.wikipedia.org/wiki/IMHO

“Storyboard” di Andrea Balzola e Riccardo Pesce

Dicembre 14, 2009 By: admin2 Category: Comunicazioni

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L‘associazione spezzina XLABfactory specializzata nell’organizzazione di eventi artistici multimediali fondata da Andrea Balzola, Anna Monteverdi e Mauro Lupone è lieta di annunciare che è appena stato pubblicato “Storyboard. Arte e tecnica tra lo script e il set” di Andrea Balzola e Riccardo Pesce, edizioni DINO AUDINO -Manuali di SCRIPT.

article_64«Da dove nasce l’esigenza dell’uomo di narrare attraverso le immagini?».
Con questo interrogativo Andrea Balzola e Riccardo Pesce iniziano il percorso di analisi dello storyboard, dalla nascita della narrazione visiva sino alle moderne tecniche multimediali.
Dopo aver raccontato la difficile affermazione della pratica dello storyboard, da sempre considerata arte intermedia tra lo script e il set e ignorata a vantaggio della sceneggiatura e dell’immagine filmica, il manuale affronta il processo di creazione dello storyboard, attraverso la spiegazione delle sue tipologie e funzioni e delle sue tecniche di realizzazione. “Storyboard” dunque insegna a focalizzare in breve tempo e in maniera efficace le idee, a sviluppare soluzioni registiche e a costruire una narrazione visiva e audiovisiva.
Le illustrazioni pratiche e gli schemi di realizzazione proposti dagli autori aiutano anche il lettore meno esperto nel disegno di una striscia per film. I materiali multimediali, consultabili sul sito www.audinoeditore.it, raccolgono immagini fotografiche, tavole tecniche e commenti che supportano iconograficamente questo manuale indispensabile nella libreria di disegnatori, sceneggiatori e registi.

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Christmas Tree D’Artista: La definitiva mostra di Natale

Dicembre 11, 2009 By: admin2 Category: Comunicazioni

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Sponge Living Space, via Mezzanotte 84 – 61045 Pergola (PU)

La definitiva mostra di Natale è una mostra circoscritta nello spazio di un albero sintetico, una collettiva inusuale che raccoglie una moltitudine di linguaggi che seguono tutti la stessa base di partenza: la palla natalizia.

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E’ stato chiesto agli artisti di realizzare una palla decorativa per l’albero di Natale lasciando piena libertà creativa.
Il periodo Natalizio è il momento dell’anno più singolare, le strade diventano più luminose, le case più decorate, il cibo aumenta in dosi eccessive, le vetrine dei negozi vengono riempite di ogni prodotto, ma nel terzo millennio e nei tempi di crisi finanziaria e sanitaria cosa significa tutto questo? La secolarizzazione della società contemporanea non risparmia di certo il Natale, la simbologia cristiana diventa un semplice decoro, l’affanno consumistico aumenta e forse il famoso detto “A Natale si è tutti più buoni” perde di significato. Le iniziative di arte contemporanea legate al natale non si contano più: allora perchè Christmas Tree D’Artista?

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L’albero di Natale è un simbolo sospeso tra sacro e profano, luminoso e decorativo offre un’immagine di ricchezza, diventando talvolta anche un simbolo di potere. Eppure al tempo stesso evoca sogni, festa e gioia, il posto sotto al quale si trovano i doni. L’abete che nella tradizione nordica accoglieva i bambini portati dalla cicogna è posto a rappresentare l’arrivo del bambino Salvatore del Cristianesimo. Ogni artista ha realizzato una decorazione per l’albero, un momento del proprio percorso artistico che va a incontrare il Natale, una festa che nonostante tutte le critiche rivolte al consumismo che gli ruota intorno, resta un momento fondamentale per continuare a sognare e sperare in un mondo migliore”. (Dario Ciferri)

Ogni artista ha dato la sua risposta, ognuno seguendo il proprio linguaggio, le proprie ossessioni, il proprio pensiero. Le opere proposte si interrogano sul Natale e tutti i suoi annessi passando dalla denuncia all’ironia, dalla religione alla provocazione.

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L’evento a cura di Dario Ciferri coinvolge 23 artisti: Laura Baldini, Alberto Barbadoro, Max Bottino, Domenico Buzzetti, Luca Caimmi, Giacomo Carnesecchi, Veronica Chessa, Roberto Cicchinè, Tiziana Contino, Francesco D’Isa, Veronica Dell’Agostino, Francesco Diotallevi, Massimo Festi, Alice Grassi, Alessandro Grimaldi, Erika Latini, Dario Molinaro, Erika Patrignani, Michele Pierpaoli, Giorgio Pignotti, Rita Soccio, Valeria Stipa, Rita Vitali Rosati.

L’inaugurazione di Christmas Tree D’Artista è prevista per il giorno 12 dicembre 2009 alle ore 18.00 negli spazi della home gallery Sponge di Pergola. La mostra sarà visitabile fino al 9 gennaio 2010.

Per informazioni consultare il sito www.spongeartecontemporanea.net

Inganni ad arte. Meraviglie del trompe l’œil dall’antichità al contemporaneo.

Dicembre 10, 2009 By: admin2 Category: Senza categoria

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Di Antonio Viscido

Fino al 24 gennaio del 2010 sarà possibile visitare nelle bellisime sale di Palazzo Strozzi a Firenze, la mostra dedicata all’arte di ingannare l’occhio, non solo come elemento di divertimento ma come vera e propria forma d’arte. La Mostra, ideata da Cristina Acidini, Soprintendente per il Patrimonio Storico Artistico Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Firenze, e curata da Annamaria Giusti, Direttrice della Galleria d’arte Moderna di Palazzo Pitti, copre con 150 opere, un vastissimo periodo di tempo, durante il quale molti artisti si sono cimentati nella realizzazione di opere aventi come scopo principale, quello di ingannare la vista dell’osservatore, facendogli credere di essere davanti a ciò che in realtà non esiste. Se per meravigliarlo, per stupirlo o per ingannarlo, dipende dall’opera e dall’artista, ed è questa una delle la chiavi di lettura per capire se siamo veramente davanti ad uno “scherzo”, ad un trompe l’œil, o ad un virtuosistico esercizio di iper-realismo. Quale sia la vera differenza tra le due “definizioni”, non è semplice dirlo, perché spesso le due cose si sovrappongono: se voglio “ingannare l’occhio” devo certamente creare qualcosa di iper-realistico. La mia modesta opinione è che nel trompe l’œil, ci debba essere da parte di chi lo realizza, il desiderio di creare confusione nell’occhio e nel cervello di chi guarda, creando spazi e realtà inesistenti, prima che lo stupore della perfezione della tecnica di realizzazione dell’opera.

La mostra raccoglie opere di Tiziano, Velàzquez, Mantegna, Tiepolo, Tintoretto, Turrell, Pistoletto, la cui opera, una serigrafia su una superficie perfettamente riflettente, mi ha ingannato, facendomi credere che esistesse veramente uno spazio oltre il cavalletto; un effetto che gli specchi fanno per definizione, ma che nel caso dell’opera di Pistoletto, è rafforzata dall’ombra proiettata sul pavimento dal cavalletto che in realtà non c’è. Semplice, forse anche banale, ma estremamente efficace.

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Il percorso è arricchito da altre “stimolazioni ingannevoli”, non solo visive, ma anche olfattive, uditive e tattili ed è anche possibile sperimentare in diretta, in una sala dedicata, i meccanismi scientifici attraverso i quali i nostri sensi possono essere ingannati da semplici trucchi prospettici o di illuminazione. Suggerisco anche la visita di Realtà Manipolate, nei vicini locali della Strozzina, mostra della quale abbiamo parlato nell’ultimo numero (MY MEDIA 23) del magazine.

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La mostra è aperta tutti i giorni dalle 9.00 alle 20.00 ed il giovedì fino alle 23.00 (tranne i giovedì 24 e 31 dicembre, con orario 9.00 – 20.00).

L’Arte al servizio della Ricerca allo stato dell’Arte – L’asta di FiorGen

Dicembre 07, 2009 By: admin2 Category: Comunicazioni

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Non è la prima volta che ciò avviene, quest’anno è la quinta edizione di Arte e Solidarietà, la manifestazione attraverso la quale, grazie alla vendita all’asta di opere d’arte, donate da artisti per la maggior parte toscani, vengono raccolti fondi per FiorGen, una delle più belle realtà toscane nel campo della ricerca medico-scientifica, ricerca mirata alla diagnosi precoce di malattie degenerative.

Dal 28 novembre al 12 dicembre, le duecento opere saranno esposte nei prestigiosi spazi del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, in piazza SS. Annunziata 9B. Il 12 dicembre verrà tenuta l’asta.

Non a caso il Museo Archeologico di Firenze si è prestato come palcoscenico per questa manifestazione, poiché da tempo e con vari esperimenti, la Direttrice del Museo, Giuseppina Carlotta Cianferoni, realizza delle mostre di arte all’interno del Museo, affiancando alla storia dei pezzi custoditi dal museo, le opere di artisti contemporanei, per mostrare, là dove c’è, la continuità del linguaggio dell’arte nel tempo.

Non faccio intenzionalmente i nomi degli artisti presenti nella mostra per non far nessun tipo di gaffe, arte della quale sono professionista, ma rimando al sito di FiorGen, dove è possibile, non solo conoscere i loro nomi, ma anche visionare tutte le duecento opere che verranno messe all’asta.

É importantissimo far sì che la ricerca possa proseguire il suo percorso, se poi ciò avviene grazie all’arte, l’evento acquisisce un alone di maggiore importanza. Visitate il sito di FiorGen, non solo per capire meglio l’opera di questa Fondazione, ma anche per poter visionare le opere ed eventualmente conoscere le modalità per opzionare quella, o quelle, che più vi interessano.

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Dicembre 06, 2009 By: admin2 Category: Comunicazioni

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E-Volution

mostra collettiva di New Media Art

Fabbrica del Vapore, via Procaccini 4, Milano

Dall’11 al 20 dicembre 2009 orario: lunedì-domenica 14.30 – 18.30

INAUGURAZIONE venerdì 11 dicembre ore 18.30 – performance videomusicali

a cura di Cristina Trivellin e Martina Coletti

Opere di

Alessandro Bono+Emiliano Audisio, Tania Bianchi, Beatrice Menniti+Burhan Sabbah Alhilu, Michele Molluso, Lucrezia Tenerelli+Mauro Pace, Paola Tognazzi, Marco Pucci, Simone Rovellini, IOCOSE

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Performance durante l’inaugurazione di

Paola Tognazzi, Patrizia Oliva, aaa | infrason | Offici_naA | Jason Stringer

Milano in Digitale propone E-volution: installazioni interattive, video, performance musicali e artistiche live durante l’inaugurazione, saranno gli ingredienti principali della mostra. L’evento presenterà una selezione di opere di giovani artisti, con un occhio di riguardo alle esperienze di scambio con realtà estere operanti nella stessa direzione; lavori rappresentativi di quanto in atto nel campo della sperimentazione artistica focalizzata sui cambiamenti e le emergenze culturali e sociali più pregnanti del nostro tempo, come l’ecologia e l’attuale status di ibridazione consapevole tra natura e tecnologia.

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Con la mostra E-volution prosegue l’impegno di Milano in digitale e del Comune di Milano : “ Il nostro obiettivo – ha detto l’assessore allo Sport e Tempo libero Alan Rizzi – è rendere la Fabbrica del Vapore sempre più un luogo di sperimentazione e di apertura alle forme d’arte d’avanguardia, diventando punto di riferimento della creatività giovanile. Questa mostra si inserisce pienamente nel nostro percorso contribuendo a dare ai giovani artisti, proprio negli spazi di via Procaccini, l’opportunità di presentare le proprie realizzazioni”

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Anche quest’anno l’evento gode della sponsorizzazione tecnologica di EPSON, che conferma il proprio impegno nel sostegno alla produzione artistica contemporanea: Quest’anno siamo particolarmente felici di essere ancora partner di Milano in Digitale – spiega Massimo Pizzocri, Amministratore delegato di Epson Italia – Le installazioni capaci di dare forma all’invisibile anche grazie ai nostri videoproiettori e l’attenzione verso i temi dell’ambiente, cui Epson pone particolare attenzione da tanti anni, ci rende ancora più vicini ai giovani artisti in mostra.

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Nuovo partner da quest’anno Virtual Valley con la propria WebTV Virtual Meeting live, trasmetterà l’evento  dal proprio sito www.formeeting.it e dal sito www.milanoindigitale.it

Fondazione D’Ars Oscar Signorini onlus, Via Sant’Agnese 3 Milano – 02860290

info@milanoindigitale.it

www.milanoindigitale.it

Biennale Internazionale di Arte Contemporanea a Firenze

Dicembre 05, 2009 By: admin2 Category: Comunicazioni

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Alla Fortezza da Basso dal 5 al 13 dicembre 2009 un evento a carattere internazionale dedicato all’arte contemporanea.


Giunta quest’anno alla settima edizione, la Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea di Firenze presenta circa 650 artisti, provenienti da tutto il mondo (oltre 80 le nazioni rappresentate), nella suggestiva cornice della Fortezza da Basso (dal 5 al 13 dicembre 2009). L’allestimento accoglierà oltre 2500 opere, che vanno dall’arte pittorica alla scultura, dall’arte digitale alle installazioni, selezionate da un comitato scientifico internazionale, che comprende nomi di assoluto prestigio, e che beneficiano della direzione artistica dello stimato storico dell’arte Stefano Francolini, già direttore, tra l’altro, del settore restauro dell’Opificio delle Pietre Dure.

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La Biennale, nata grazie all’impegno e alla perseveranza di Pasquale Celona (presidente) e Piero Celona (direttore generale), fin dal 2001 è partner ufficiale del programma delle Nazioni Unite “Dialogo fra le Civiltà”; un impegno che onora attraverso una serie di appuntamenti che pongono in risalto i sentimenti di fratellanza, pace e solidarietà tra i popoli. Di fatti, il ricco calendario di eventi, che fiancheggia e rende ancora più attraente la Biennale, prevede conferenze, incontri con ospiti d’onore e una rassegna dedicata al cinema giapponese. Grande attesa, in particolare, per l’ambito premio “Lorenzo il Magnifico” (assegnato nelle scorse edizioni a Gilbert & George, Christo e Jeanne-Claude, Richard Anuszkiewicz, David Hockney, Mario Luzi, Alfredo Zalce, Carla Fracci e Ferruccio Soleri), che la giuria internazionale ha deciso di conferire a Marina Abramovic (Leone d’Oro alla Biennale di Venezia 1997, protagonista di una mostra dedicata ai suoi video) e Shu Yong (che presenterà alcuni dipinti della sua serie “Chinese Myths”). Tra le altre iniziative, una mostra collaterale alla St. James Church incentrata sulle opere di Paul Lorenz, Barbro Eriksson e Danielle Lindsay, e la premiazione di uno tra i 12 giovani artisti selezionati dalle Accademie di Belle Arti del nostro paese tramite un concorso che ha assicurato loro uno spazio gratuito all’interno della Biennale.
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Per chi già la conosce, la Biennale è diventata ormai un appuntamento consolidato e irrinunciabile, che continua a sorprendere di edizione in edizione. Per tutti gli altri, sarà la piacevole scoperta di una kermesse che riporta Firenze al centro di un confronto che coinvolge popoli, culture, identità e passioni: una vera festa dell’arte, che riavvicina mondi distanti in un unico sognante abbraccio, al quale per una volta si uniscono pubblico e artisti, che finalmente possono conoscersi e interagire, nel segno dell’amore per l’arte.

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Biennale Internazionale Arte Contemporanea. Città di Firenze
Dal 5 al 13 dicembre 2009
Fortezza da Basso, viale Strozzi 1
Orario : dalle ore 10.00 alle ore 20.00
Ingresso: intero 10 euro – ridotto 8 euro
Info : Tel. 055 – 3249173 – Fax – 055 – 333540
Ufficio Stampa – Tel. 055-292082
www.florencebiennale.org

CULTURA ITALIANA NEL MONDO – CINA – CONTAMINAZIONI MEDIATICHE DELL’ARTE CONTEMPORANEA IN ITALIA ED IN CINA CON LA “MISE-EN-SCENE” DI “OFFICINA” A PECHINO

Dicembre 05, 2009 By: admin2 Category: Comunicazioni

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“Un progetto italiano di pratica curatoriale ed “OFFICINA” uno spazio espositivo con sede nella Factory 798 a Pechino: questo l’ambiente nel quale si inserisce “Mise-en-scene” l’iniziativa artistica curata da Monica Piccioni, che  vede in mostra opere di Debora Vrizzi e Wang Qingsong .

Fondata da Rosario Scarpato e Monica Piccioni, offiCina è attiva dal 2002 nella promozione e diffusione dell’arte contemporanea cinese e internazionale, con particolare attenzione, naturalmente, alle giovani promesse.

La mostra su Debora Vrizzi e Wang Qingsong si è aperta il 18 Ottobre e chiude il 20 dicembre.  Le loro opere provocatorie presentano una visione ironica della vita, come se fosse la scena di uno spettacolo teatrale od un filn ed evocano in parte le immagini di un set cinematografico.  Il risultato è una sorta di crocevia tra diversi mezzi di comunicazione, che elaborano tableaux vivants (immagini-animate) sul display in un rapporto altrettanto sofisticato tra immagine, tempo e percezione. In questa mostra, dunque,  non vi è solo un approccio alla fotografia, ma sono evidenti  diverse soluzioni estetiche alla luce di un processo individuale concettuale. E ciascuno degli artisti rivela la capacità di sintetizzare e trarre dalle diverse lingue la creazione di un’iconografia personale.

Diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Sichuan, Wang Qingsong è internazionalmente conosciuto per l’elaborazione di scene allegoriche che imitano il consumismo e l’uso motivi popolari delle culture occidentali ed orientali. Commentando i cambiamenti di massa e gli effetti della globalizzazione che stanno accadendo in Cina, le sue fotografie  provocatoriamente ironiche tra finzione e realtà. Parodiando il miracolo cinese, l’artista interpreta il sentimento di quella maggioranza silenziosa che soffre principalmente dagli effetti di una società che è cambiata troppo in fretta. Il messaggio punta  principalmente sul  potere visivo della composizione, una ricchezza infinita di immagini e la sua sensibilità spaziale.

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Nel corso degli ultimi anni, le sue produzioni sono diventate sempre più ambiziose, il campo della composizione si è allargata a coinvolgere più persone, assistenti e tecnici, una serie di luci, trucco e guardaroba e puntelli più sofisticati. In un contesto dove tutto è frettoloso e veloce, Wang Qingsong si impegna in progetti che richiedono tempo e l’interazione. Con la creazione di microcosmi, sembra che l’artista inviti gli spettatori a fermarsi e decodificare le storie nel generale contesto storico. Il tempo, dunque, è importante per tutti. Fare queste opere e la loro visualizzazione ha bisogno di tempo. I suoi ritratti sono racconti animati, storie e persone fissato nella posa fotografica.

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A differenza di Wang Qingsong, Debora Vrizzi è praticamente l’esecutore unico all’interno della scena, e  usa soprattutto se stessa come filtro tra lo spettatore e le nozioni esplorate dal mezzo.
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Laureata a Roma, al Centro Sperimentale di Fotografia, questa giovane artista italiana coniuga la sua attività come arte visiva (performance, video, fotografia) come direttore della fotografia per il cinema. Nel lavoro Vrizzi, fornisce l’impostazione del contesto in cui ha un ruolo camaleontico con una parodia del miti, di  personaggi iconici, fiabe e motivi dell’iconografia del 15 – 16 ° secolo. C’è una dimensione quasi carnevalesca  nel suo lavoro che affascina in quanto prende in giro gli stereotipi, attraverso quesiti del gioco sull’identità sociale sovverte le immagini generalmente accettate.

Nel suo progetto-Un-Happy Ending-(2007),  interpreta attraverso foto e video al momento della morte (spesso violenta) di otto personaggi femminili storici: Lady Diana (1997), Francesca Woodman (1981), Madre Teresa (1997), Marie Antoinette (1793), Marilyn Monroe (1962), Mata Hari (1917), Nico (1988), Sissi (1898). Vrizzi le rappresenta in modo teatrale e pittorica, con cura prestando attenzione ai costumi e luci. Poi regola sulla scena alcuni elementi che decodifica attraverso la psicologia del personaggio storico.  L’abito di Maria Antonietta copre lo sfondo, come una coda di pavone. La benda sugli occhi mostra l’impossibilità di vedere i fatti reali. Marilyn è sdraiata su un letto singolo rappresenta una visione intima della donna e della sua  disperazione.
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Questi ritratti sono rappresentati nel momento del passaggio dalla vita alla morte, che coincide con la trasformazione dei personaggi in icone pop. Affascinata dalle ambiguità e dalle notizie favolistiche  su questi personaggi storici, l’artista  le dipinge come principesse per le quali l’immortalità passa attraverso le circostanze sfortunate della loro morte. Il momento fatale coincide con la nascita di un mito.
La narrazione avviene in un momento di sospensione tra un eterno-before ‘e-after’  e uno stato inquietante al confine tra morte, sogno e sonno rafforzata dal senso della luce, il voice over, le pose e l’esplorazione lenta dalla fotocamera. La sospensione e la dimensione ambigua si estende a livello formale con il lavoro di sviluppo sul confine tra il cinema / video / fotografia.

Le fotografie del progetto non sono fotogrammi estratti dal video, ma (una scelta coerente per la sua ricerca) foto scattate da diverse angolazioni. Riferendosi al brano video, Bruno Di Marino sostiene che gli otto ritratti-da un lato sono ritratti fotografici, in  posa i soggetti, d’altra parte  appartengono al regno delle immagini in movimento e sono  sul confine tra pittorica, fotografica e rappresentanza cinematografica.
Vrizzi sembra coincidere con il punctum temporis citato da Gombrich, che è il momento più significativo di un evento che l’artista sceglie di rappresentare sulla tela così come il punctum citato da Barthes nel suo saggio “La camera chiara:-plus – valore ‘dato dallo spettatore di fronte a una fotografia.

Diverso da quello che succede con la visione del film, chi guarda l’immagine fotografica pensa di avere abbastanza tempo per intervenire e di integrarsi con il loro sguardo, per isolare un dettaglio, aggiungendo alla fine un surplus-‘, una cosa però che è sempre stato dentro l’immagine …

Attraverso questo tipo di strutture tridimensionali in movimento, Vrizzi ci permette di riflettere in tempo reale. Essa ci dà tutto il tempo che ci serve, esattamente come quando eravamo di fronte a una fotografia.