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La via italiana all’accessibilità
Sulla Gazzetta Ufficiale N. 13 del 17-1-2004 è stata pubblicata la Legge Stanca per l’accessibilità degli strumenti informatici
La Legge N. 4 del 9 gennaio 2004, già nota come Legge Stanca, dal nome del Ministro per l’Innovazione e Tecnologie che l’ha fortemente voluta ed incoraggiata, ha per oggetto le
“Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici”, per le quali la partenza operativa soprattutto in tema di siti Internet della Pubblica Amministrazione ha avuto avvio ufficiale il 1° Febbraio e dovrà concludersi entro il Giugno del 2005.
“Chi ha tempo non aspetti tempo!” Recita il vecchio adagio ed incalza il Ministro, prevedendo un piano attuativo estremamente solerte. A ben leggere i dodici articoli che la compongono appare ovvio che si tratta di una Legge ben ponderata, che affianca ai requisiti primari in tema di accessibilità la sollecitazione in direzione di una progettazione all’insegna dell’usabilità e della chiarezza informativa.
«
1. La Repubblica riconosce e tutela il diritto di ogni persona ad accedere a tutte le fonti di informazione e ai relativi servizi, ivi compresi quelli che si articolano attraverso gli strumenti informatici e telematici.
2. E' tutelato e garantito, in particolare, il diritto di accesso ai servizi informatici e telematici della pubblica amministrazione e ai servizi di pubblica utilità da parte delle persone disabili, in ottemperanza al principio di uguaglianza ai sensi dell’articolo 3 della Costituzione.
», si legge nei primi due commi dell’Art. 1.
Per garantire questo diritto la Legge Stanca stabilisce, che si dovranno prendere in stretta considerazione un regolamento e un decreto emanati entro 90 giorni dalla sua pubblicazione sulla
G.U. e che partiranno a loro volta dall’osservanza delle linee guida indicate nelle comunicazioni, nelle raccomandazioni e nelle direttive sull’accessibilità dell’Unione Europea, nonché nelle normative internazionalmente riconosciute e tenendo conto degli indirizzi forniti dagli organismi pubblici e privati, anche internazionali, che operano nel settore.
Nell’Art. 6 si menziona che la
Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per l’innovazione e le tecnologie valuta su richiesta l’accessibilità dei siti Internet o del materiale informatico prodotto dai vari soggetti interessati: operazione questa che potrà essere, secondo quanto previsto all’Art. 10, condotta avvalendosi della «consultazione con le associazioni delle persone disabili maggiormente rappresentative, con le associazioni di sviluppatori competenti in materia di accessibilità e di produttori di hardware e software e previa acquisizione del parere delle competenti Commissioni parlamentari».
Tra le varie associazioni di consulenza, che offrono anche servizi ad operatori pubblici e privati, una menzione particolare merita la
Commissione Osservatorio Siti Internet dell’Unione Italiana Ciechi. Di seguito riportiamo un estratto dell’intervista che Alessandra Verzelloni ha rivolto a Nuziante Esposito.


Il panorama dell'accessibilità è in continuo, fervente movimento: a tutti è richiesto di partecipare con decisione alle iniziative ed alle esperienze in materia

Il punto di vista dell’O.S.I.
D.: Quali sono i costi e (se credete che ce ne siano) i limiti che comporta la progettazione di un sito che si attiene completamente ai criteri di accessibilità?
R.: Progettare un sito accessibile non costa nulla in più rispetto alla spesa occorrente per sviluppare un sito progettato senza tener presenti i criteri di accessibilità esposti nelle norme WAI del W3C.
Inoltre, se per rispettare i criteri di accessibilità si utilizzano i
fogli di stile, separando la grafica dai contenuti, risulta addirittura più economica la gestione di eventuali restyling del sito in futuro.
D.: Quali sono i più comuni problemi di accessibilità e quali per primi dovrebbero essere eliminati?
R.: L'utilizzo di grafica per veicolare informazioni rende i siti inaccessibili a chi non ha la vista. Questa pratica è sempre più diffusa, anche se ultimamente dobbiamo registrare un certo regresso per i siti che si stanno rinnovando.
Utilizzo di tecnologia Flash con immagini in movimento, scritte scorrevoli, insomma tutti quegli abbellimenti grafici che fanno spettacolo accattivante per attrarre l’attenzione, sono le cose che creano i maggiori disagi alle persone disabili in genere.
Non si capisce perché si utilizzano queste soluzioni grafiche, mentre si potrebbero veicolare le informazioni in altro modo e sarebbero lo stesso fruite da tutti.
L’utilizzazione di grafica non standard rende i siti non fruibili a chi, come non vedenti o ipovedenti, utilizza tecnologia assistiva, screen-reader o software ingrandenti, che sono basati sulla grafica standard e tendono ad andare in tilt quando non vengono rispettati questi standard di programmazione.
La mancanza di etichette a campi per immissione dati, pulsanti di selezione o di conferma, etichettatura di grafici, tabelle con misure fisse e senza intestazione nei casi di tabelle dati, Javascript o script di altro genere, produzione dei documenti nel solo formato
.pdf, sono i problemi di inaccessibilità più comuni.
Un altro problema quasi mai tenuto in considerazione da chi costruisce un sito, è la grandezza delle pagine che molto spesso scoraggia anche i navigatori normodotati.
Costruire un sito snello con pagine leggere con la sola grafica indispensabile rende un sito già in partenza più fruibile da tutti.
Se poi rispetta anche gli standard per l’accessibilità, diventa un sito pienamente accessibile.
Ultimamente, convinte di risolvere il problema ai disabili visivi, molte società stanno sviluppando dei portali vocali, pensando che vocalizzando il contenuto e i comandi sulle pagine si risolve il problema.
Secondo me, è solo uno spreco di risorse, che, se investite in tecnologie assistive, darebbero una svolta definitiva a questo campo eliminando il divario attuale tra prestazione degli ausili e programmazione delle pagine web.
E' inutile ostinarsi a progettare dei siti vocali, molto pesanti e poco utilizzabili proprio dai disabili visivi, quando questi costano molto di più dei normali siti resi accessibili rispettando le raccomandazioni WAI del W3C e che, una volta accessibili, sarebbero utilizzabili da tutti i disabili.
D.: I software come Torquemada, Bobby o Lift, sono in grado di evidenziare tutti i problemi di accessibilità? Se esistono dei limiti, quali sono?
R.: Questi software sono un ottimo ausilio per i programmatori di pagine web perché permettono di avere un controllo di massima su un sito in costruzione, fornendo le anomalie presenti durante la costruzione del sito.
Questi software devono essere presi in considerazione, ma non pretendere che siano il Vangelo perché non lo sono.
Infatti, capita molto spesso che siti validati con piena accessibilità, ad un controllo pratico con ausili assistivi, risultano non esserlo affatto. Allo stesso modo ci sono risultati pienamente accessibili siti che non avevano avuto, da questi strumenti, più del primo grado di accessibilità.
Quindi, siamo dell’avviso che si può parlare di piena accessibilità solo quando alcuni disabili, con i normali ausili assistivi utilizzati tutti i giorni, avranno eseguito un test pratico per la validazione delle pagine.
Solo in questo caso si è sicuri di avere un sito pienamente accessibile.

Il panorama dell'accessibilità è continuo, fervente movimento: a tutti è richiesto di partecipare con decisione alle iniziative ed alle esperienze in materia

Gli strumenti didattici e formativi
E’, infine, con grande apprezzamento e sensibilità che la nostra redazione – che da oltre cinque fornisce sul CD-ROM allegato al periodico la versione pienamente accessibile degli articoli pubblicati e dalla sua nascita si occupa di didattica e nuove tecnologie – ha accolto le raccomandazioni in tema di accessibilità degli strumenti didattici e formativi formulate nei vari commi dell’Art. 5, che recita:
«
1. Le disposizioni della presente legge si applicano, altresì, al materiale formativo e didattico utilizzato nelle scuole di ogni ordine e grado.
2. Le convenzioni stipulate tra il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e le associazioni di editori per la fornitura di libri alle biblioteche scolastiche prevedono sempre la fornitura di copie su supporto digitale degli strumenti didattici fondamentali, accessibili agli alunni disabili e agli insegnanti di sostegno, nell’ambito delle disponibilità di bilancio
».

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